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Indipendenza, il giorno più lungo per la Catalogna: oggi Puigdemont darà il via al processo

Catalogna

Quella di oggi sarà la giornata più lunga della storia della Catalogna. La svolta secessionista potrebbe avere il suo culmine

Quella di oggi sarà la giornata più lunga della storia della Catalogna. La svolta secessionista potrebbe avere il suo culmine infatti proprio questo pomeriggio, intorno alle sei. In quei momenti, il Presidente della Catalogna, Carles Puigdemont, parlerà al Parlamento di Barcellona. Dove è atteso che prenda atto del risultato del referendum per l’indipendenza dello scorso primo ottobre, considerato illegale dal governo spagnolo.

Il giorno più lungo per la Catalogna

Nel pomeriggio di oggi la svolta secessionista della Catalogna potrebbe prendere definitivamente forma. Intorno alle sei di questo pomeriggio, infatti, il Presidente catalano, Carles Puigdemont, parlerà al Parlamento di Barcellona. Dove è previsto che prenda atto dell’esito del referendum per l’indipendenza avvenuto lo scorso ottobre. Un voto considerato illegale da Madrid.

C’è una grande incertezza sulla formula che verrà usata. Ma ci sono ben pochi dubbi sul fatto che si tratterà di una dichiarazione di indipendenza unilaterale. Nelle ultime ore si sono create e accentuate delle crepe nel fronte indipendentista. Da una parte c’è chi comunque vuole uno strappo e dall’altra c’è chi, di fronte alle difficoltà sulla procedura, preferirebbe fermarsi e rinviare in questo modo lo scontro finale.

Fronte indipendentista spaccato

Nella giornata di ieri c’è stato un tentativo in extremis da parte della sindaca di Barcellona, Ada Colau. La sindaca in questi giorni ha tentato una mediazione dentro e fuori la Spagna. Ha detto infatti che il referendum dello scorso primo ottobre non è sufficiente per dare legittimità ad una dichiarazione di indipendenza.

Inoltre, sempre la sindaca di Barcellona ha ribadito che servirebbe fermarsi e dialogare per non spaccare ulteriormente una società catalana già divisa tra indipendentisti e unionisti. Dall’altra parte però c’è la maggioranza, che spinge per la rottura.

Ma non solo. Le organizzazioni civiche, come ad esempio l’Assemblea nazionale catalana e Òmnium, hanno già organizzato una mobilitazione straordinaria in difesa del referendum. Una protesta che porterà in piazza questa sera una decina di migliaia di persone. Non proprio davanti al Parlamento, ma comunque molto vicino.

La reazione di Madrid

Se ancora non si conosco con precisione quali saranno le mosse che effettuerà Puigdemont, lo stesso discorso vale anche anche per Rajoy, il Presidente del governo spagnolo, di cui non si conoscono ancora con certezza quali sono le reazioni.

Da Madrid, dove ormai si parla apertamente di “Golpe” di fronte ad una possibile dichiarazione di indipendenza di Barcellona, si sono limitati a dire che reagiranno. Il portavoce del Partito Popolare, che guida un governo di minoranza parlamentare, ha minacciato l’arresto e un processo di ribellione nei confronti di Puigdemont e degli altri principali attori della sfida catalana.

Sul tavolo ci sono diverse ipotesi. Che vanno dallo stato di emergenza fino ad arrivare alla sospensione dell’autonomia catalana con chiusura del Parlamento e scioglimento del governo. Però ci sono dei rischi che la ribellione possa infiammare le proteste, che sicuramente non mancheranno e che non saranno facili da gestire.