> > Inghilterra, Glastonbury: tra Re Artù, Santo Graal e porte dell'Oltretomba

Inghilterra, Glastonbury: tra Re Artù, Santo Graal e porte dell'Oltretomba

Inghilterra, Glastonbury: tra Re Artù, Santo Graal e porte dell'Oltretomba

Glastonbury: un luogo, una leggenda. Qui si sono consumate le storie del ciclo arturiano, dei Templari e dei Vangeli. Che sia davvero l'Avalon perduta?

glastonburyGlastonbury è un luogo che ondeggia nel mistero, da sempre. Avvolto dalle nebbie della storia e dellla leggenda, ha visto fiorire racconti e miti che, nel tempo, si sono radicati diventando intramontabili.

Giuseppe di Arimatea e il biancospino

Una delle storie che si narra riguarda Giuseppe di Arimatea che giunse a Glastonbury, dalla Palestina, per nave. Qui, piantò a terra il suo bastone, il quale fiorì miracolosamente. Era un biancospino, un ibrido, in realtà, perché cresce soltanto alcune miglia attorno a Glastonbury e forisce solo in primavera e nel periodo di Natale. Ogni anno, ne viene tagliata una spina per inviarla alla Regina affinché con essa possa ornare la sua tavola natalizia.

La tomba di Re Artù

Ma il mistero più profondo di Glastonbury è quello che riguarda il corpo di re Artù. I suoi resti giacciono davvero nel suolo dell’abbazia?

glastonbury-abbeySecondo la leggenda, al termine della sua ultima battaglia avvenuta a Camlann, Artù venne trasportato, ormai morente, nella mistica isola di Avalon. La teoria vede Glastonbury essere proprio quella Avalon di cui si parla nei componimenti medievali. In un tempo molto antico, infatti, la città era quasi un’isola, dal momento in cui il mare copriva buona parte dei bassipiani dei Somerset. Glastonbury, perciò, poteva essere raggiunta soltanto con le imbarcazioni.

La tomba venne scoperta grazie a un bardo gallese che ne avrebbe rivelato il segreto al re Enrico II. Questi informò l’abate e, durante la ricostruzione del monastero in seguito al terribile l’incendio del 1184, i monaci andarono in cerca del sepolcro. E lo trovarono.

tomba re artùA circa 2 metri di profondità, rinvenirono una lastra di pietra e una croce di piombo con su scritto Hic iacet sepultus inclitus rex arturius in insula avaionia: qui giace sepolto il rinomato re Artù nell’isola di Avalon. E circa 2,7 metri più in basso vi era deposta una bara ricavata da un tronco d’albero, contenente le ossa di un uomo più o meno alto 2,4 metri e dal cranio danneggiato. Accanto, erano collocate ossa più piccole, successivamente identificate come quelle di Ginevra, in base al ritrovamento di alcuni resti di capelli ingialliti.

L’archeologo Ralegh Radford, nel 1962, confermò che quello era effettivamente un sepolcro. Ma non era in grado di dimostrare a chi appartenesse. Il punto che oggi è contrassegnato come Tomba di Artù è, in realtà, quello in cui le ossa vennero risotterrate, nel 1278. Si nutrono ancora molti dubbi sull’attendibilità dell’intera vicenda. Anzi, secondo alcune recenti testimonianze, il sovrano sarebbe stato inumato, in realtà, nei pressi di Bridgend, nel Galles meridionale.

Excalibur: ecco il lago che (forse) la ospita

Quando Artù ordinò a Sir Bedivere di liberarsi della sua magica spada Excalibur, il cavaliere la gettò in un lago. E da quelle stesse acque, emerse una mano che la afferrò. La tradizione popolare identifica quel lago con lo stagno di Pomparles Bridge, proprio nei pressi di Glastonbury.

glastonbury tor

Il Tor: la porta per l’Inferno?

Nel Medioevo, i monaci di Glastonbury eressero una chiesa in cima alla collina (Tor) e la consacrarono all’Arcangelo Michele. L’edificio venne poi distrutto da un terremoto, ma il campanile ancora svetta. L’intenzione dei frati era, molto probabilmente, quella di convertire la pagana Tor alla religione Cristiana. Ma altre leggende ci tramandano la testimonianza in cui la collina altro non sarebbe se non una porta che conduce agli Inferi. Dalla sua sommità, però, il panorama toglie il fiato. Tutto è dolcemente pianeggiante, ad eccezione di una curiosa altura che appare poco lontano. È Carleon, uno dei luoghi in cui, si dice, crebbe lo stesso Re Artù.

Chalice Well: ecco il pozzo che custodisce il Santo Graal

chalice wellAi piedi del cosiddetto Glastonbury Tor, si trova un pozzo molto antico, le cui acque sorgive sembrano imitare, con il loro suono ripetitivo e calmo, il battito di un cuore. L’acqua che sgorga contiene ossido di ferro, cosa che le conferisce una colorazione rossa. Da qui, la teoria che possa custodire il Santo Graal, il calice che raccolse il sangue di Cristo. Lo stesso calice da cui Gesù bevve durante l’Ultima Cena. Fu lo stesso Giuseppe di Arimatea che lo condusse fino qui. E con questo, il nostro cerchio si chiude…