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Inneggia alla jihad su Facebook: espulso 27enne pakistano

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Un ragazzo pakistano di 27 anni, residente a Teramo, è stato espulso dall'Italia per aver fatto propaganda della jihad violenta su Facebook.

I social network possono essere una piazza a volte molto pericolosa. Però, in tantissime altre occasioni, possono essere utili a placare animi troppo surriscaldati. È successo che un ragazzo pakistano di 27 anni, residente a Teramo, è stato espulso dall’Italia per aver fatto propaganda della jihad violenta su Facebook.

Può sembrare una storia incredibile, ma l’episodio è veramente accaduto. A quanto si è appreso, l’uomo era in possesso di foto inneggianti alla “guerra santa”, immagini dei leader del terrorismo islamico e manuali in arabo sull’utilizzo di pistole e armi leggere, ma anche su esplosioni a distanza.

Il pachistano era entrato in Italia come richiedente asilo nel 2015 dalla Francia. Il provvedimento degli agenti della Digos della Questura di Teramo, su coordinamento della Direzione distrettuale antimafia e antiterrorismo dell’Aquila e del Prefetto di Teramo, è scattato in conseguenza alle fotografie inneggianti alla jihad, alle immagini di leader del terrorismo e a manuali in arabo sulla fabbricazione di esplosivi, trovati in possesso dell’uomo.

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Come è stato incastrato il ragazzo espulso

Ad incastrarlo, a quanto pare, i contenuti di propaganda all’Isis inseriti sulla sua pagina Facebook. A far scattare le manette, invece, sono stati contenuti di propaganda all’Isis inseriti sulla sua pagina Facebook. Lo straniero, come già detto, era entrato in Italia due anni fa come richiedente asilo. Dopo un passaggio a Campobasso, si era trasferito a Teramo, dove la Digos da circa un anno lo monitorava.

Era più volte passato dal Molise e in un centro di accoglienza a Campobasso aveva nascosto il suo passaporto, affidandolo a un suo connazionale. L’uomo è stato ritenuto ”pericoloso per la sicurezza e la tranquillità pubblica.”. Una volta concluse le indagini su di lui, si è visto notificare il provvedimento di espulsione emesso dal prefetto di Teramo Graziella Patrizi, a seguito della documentazione che gli uomini della Digos della Polizia abruzzese, in collaborazione con quella di Campobasso e con il personale del Compartimento Abruzzo della Polizia Postale – coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia dell’Aquila – hanno raccolto.

“È uno dei primi provvedimenti in Abruzzo – spiegato il questore di Teramo, Enrico De Simone – basato, oltre che sulla mancanza del requisito giuridico del titolo per la permanenza sul territori italiano, anche sulla pericolosità sociale. Abbiamo monitorato a fondo questo soggetto, per essere sicuri che non avesse coinvolgimenti diretti con altre persone simpatizzanti del fenomeno estremista, prima di chiedere l’azione dei provvedimenti.”.

Su provvedimento del questore, l’uomo è stato accompagnato presso il Centro Permanenza e Rimpatri-Cpr di Torino, in attesa di essere imbarcato su un volo per il Pakistan.