Il ‘Fatto quotidiano’ pubblica le intercettazioni tra l’ex premier Matteo Renzi e il padre Tiziano.
In un post pubblicato su Facebook Matteo Renzi scrive: “Politicamente le intercettazioni mi fanno un regalo. La pubblicazione è come sempre illegittima. Ma non ho alcun titolo per lamentarmi: non sono il primo a passare da questa gogna mediatica. Anzi: ad altri è andata peggio. Qualcuno si è tolto la vita, qualcuno ci ha rimesso il lavoro”.
L’intercettazione risale al 2 marzo ovvero la vigilia della convocazione di Tiziano Renzi in procura, nell’ambito della vicenda Consip dove il padre dell’ex premier è indagato per traffico di influenze con Carlo Russo. Ricordiamo che la storia dell’intero broglio è riportato nel libro ‘Di padre in figlio’ del giornalista Marco Lillo.
In tali chiamate il figlio cerca di convincere il padre a riportare ai magistrati tutta la verità: “Babbo, questo non è un gioco, devi dire la verità, solo la verità... È una cosa molto seria…Devi ricordarti tutti gli incontri e i luoghi”.
E ancora: “Devi dire nomi e cognomi“, “Mazzei è l’unico che conosco anche io…È vero che hai fatto una cena con Romeo?” La risposta di Tiziano Renzi è negativa, riferiscono i carabinieri, nel brogliaccio dell’intercettazione non ricorda tutti i bar e le cene.
Secondo quanto ricostruito dal giornalista Lillo, Matteo Renzi rincara la dose “Non ti credo e devi immaginarti cosa può pensare il magistrato…Andrai a processo, ci vorranno tre anni e io lascerò le primarie…non puoi dire bugie o non mi ricordo e devi ricordarti che non è un gioco“.
“Chi ha sbagliato pagherà fino all’ultimo centesimo, comunque si chiami…Possono costruire scandali o pubblicare prove false quanto vogliono. Noi crediamo nella giustizia. Ci fidiamo delle istituzioni italiane”. Con queste parole il segretario uscente del Partito democratico conclude il post su Facebook.