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Intercettazioni: Pradè remava contro la Roma

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L'intercettato Daniele Pradè, ex numero due dell'As Roma nel suo ruolo di direttore sportivo, nel 2004-2005 era accanto a Franco Baldini nella Roma che lottava contro il sistema Moggi. Approvava il progetto, ma solo teoricamente: la Roma di Franco Sensi contro i poteri forti del calcio. In privato...

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L’intercettato Daniele Pradè, ex numero due dell’As Roma nel suo ruolo di direttore sportivo, nel 2004-2005 era accanto a Franco Baldini nella Roma che lottava contro il sistema Moggi. Approvava il progetto, ma solo teoricamente: la Roma di Franco Sensi contro i poteri forti del calcio. In privato, però, interloquiava con l’ “avversario” Franco Zavaglia, mente operativa della moggiana Gea World: “Stai tranquillo, al tuo D’Agostino ti faccio fare il contratto, te l’ho promesso”.
D’Agostino era un calciatore della Gea: o rinnovava in fretta il contratto oppure sarebbe stato ceduto. Il calciatore non sopportava Totti e le stravaganze di Cassano: “Lo spogliatoio della Roma è una massa d’infami”, dice al suo manager, Zavaglia appunto, “voglio andare via”. Zavaglia ci mette un istante a telefonare a Pradè, per dettare modi e tempi della risoluzione del contratto D’Agostino.
“Aquilani? Adesso te lo spingo per il rinnovo”, è sempre il dirigente Pradè che parla, che promette.
Le intercettazioni su Calciopoli illuminano una realtà della Roma in linea con il calcio ai tempi di Moggi. Tra l’autunno 2004 e la primavera 2005 la scalata di Moggi alla Roma di Sensi si stava facendo pressante. Luciano voleva il figlio Alessandro direttore generale del club giallorosso e per riuscire nel suo intento fece innumerevoli pressioni al banchiere Cesare Geronzi, azionista della Roma attraverso Capitalia e influente amico di Franco Sensi. Il ds ribelle, Franco Baldini, era infatti vicino al licenziamento, e Zavaglia lo dice ai quattro venti. Ma, si scoprirà in queste nuove, inedite telefonate, che ci fu una vera e propria lotta di potere all’interno della stessa Gea World: Zavaglia, in accordo con Pietro Leonardi, già dirigente dell’Udinese, tramava contro Alessandro Moggi.
“Alessandro non è pronto per la Roma”, dice Zavaglia, “la piazza gli si rivolterebbe contro, anche Chiara Geronzi non lo vuole in società”. Il ruolo più importante di Trigoria, Francesco Zavaglia, ex commercialista stufo di fare il talent scout per il mondo e di servire la famiglia Moggi, lo chiede per sé: è lui che vuole diventare il nuovo ds. Pradè, capita l’antifonia, si raccomanda con Zavaglia: “Puoi prendere l’ufficio che preferisci, Franco, basta che mi lasci uno spazio piccolo piccolo”. Pradè offre contratti in cambio merce: “Mi devi far avere quel van, mi piace da morire”. Già. “Tranquillo, quattro e mezzo nuovo nuovo, non c’è mai salito un cavallo”.
Pradè chiede di entrare nell’affare del trasferimento di Antonio Cassano verso una grande squadra europea: “Cassano ce lo dobbiamo fare noi due e basta”, si offre a Zavaglia. “Certo, io e te e basta”, risponde il vecchio procuratore. C’ho una squadra inglese che lo prende per 25 milioni di euro”. E Pradè: “Te lo do, facciamolo noi, io e te e basta”. Cassano, ha detto poi la storia, è andato al Real Madrid. Franco Baldini, licenziato dai Sensi, finì al Real Madrid. L’assalto dei Moggi alla Roma fu impedito dall’esplosione del primo Calciopoli.