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Iraq, truppe governative alle porte di Mosul. Timore per scudi umani

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L'offensiva avviata dall'Iraq per liberare Mosul sta avendo successo. Le truppe sono alle porte della città. Ora si teme per l'uso di scudi umani. Truppe regolari dell'Iraq, unità anti terrorismo e milizie sciite, peshmerga curdi. Con questa composizione è stata avviata l'offensiva per liberare ...

L’offensiva avviata dall’Iraq per liberare Mosul sta avendo successo. Le truppe sono alle porte della città. Ora si teme per l’uso di scudi umani.

Truppe regolari dell’Iraq, unità anti terrorismo e milizie sciite, peshmerga curdi. Con questa composizione è stata avviata l’offensiva per liberare Mosul, seconda città dell’Iraq, situata nella zona settentrionale del paese, dai miliziani dell’Isis. L’annuncio dell’operazione è arrivato dal primo ministro iracheno Haidar al Abadi tramite un comunicato ufficiale dato dalla televisione nazionale.

Un’operazione militare di grande portata, che mira a cacciare lo Stato Islamico dall’Iraq, costringendolo ad una ritirata verso ovest, in territorio siriano. Secondo le attuali notizie, dopo avere liberato diversi villaggi nella zona circostante Mosul, al momento i peshmerga sono arrivati a ridosso della città, fermandosi a circa 7 chilometri. L’emittente panaraba Al Jazira ha riferito che le forze curde non entreranno a Mosul, lasciando, secondo gli accordi, questo compito alle truppe irachene (una divisione dell’esercito e unità della polizia federale). A dichiararlo sarebbe stato Kifah Mahmud Karim in qualità di portavoce di Massud Barzani, presidente della regione autonoma del Kurdistan iracheno.

Da Mosul si prevede la fuga di 400 mila civili

Il problema, a questo punto, è legato alla sorte dei circa 1,5 milioni di civili presenti al momento a Mosul. Le Nazioni Unite, in un comunicato del sottosegretario per gli Affari Umanitari Stephen O’Brien, hanno riportato estrema preoccupazione da questo punto di vista, perché il timore è che queste persone “potrebbero ritrovarsi sotto l’assedio” da parte delle truppe irachene e finire con l’essere usate come “scudi umani” dalle forze dello Stato Islamico. O’Brien ha anche rivolto un appello “a tutte le parti perché rispettino i loro obblighi di proteggere i civili in base alla legge umanitaria internazionale”.

Nel frattempo, l’Onu è al lavoro per allestire i campi profughi. “Stiamo lavorando senza sosta per aprire entro le prossime settimane altri 22 campi di emergenza” ha spiegato Lisa Grande, coordinatrice Onu per l’Iraq, con l’obiettivo di ospitare “fino a 400 mila profughi in fuga da Mosul”. Al momento, sono disponibili soltanto “sei campi in grado di ospitare 60 mila persone”.