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L’Isis e l’allarme di Gabrielli: anche l’Italia pagherà un prezzo

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Il capo della Polizia Gabrielli ha evidenziato che anche l’Italia è un paese a rischio attentati Isis. Lo Stato Islamico può colpire ovunque. Sono stati molti gli attentati riconducibili all’Isis nel 2016. Almeno altrettanti potrebbero essere quest’anno, fra kamikaze, autobomba e lupi solit...

Il capo della Polizia Gabrielli ha evidenziato che anche l’Italia è un paese a rischio attentati Isis. Lo Stato Islamico può colpire ovunque.

Sono stati molti gli attentati riconducibili all’Isis nel 2016. Almeno altrettanti potrebbero essere quest’anno, fra kamikaze, autobomba e lupi solitari. E il capo della Polizia Gabrielli ha lanciato l’allarme: “anche l’Italia avrà il suo prezzo da pagare”. Ecco qual è la situazione.

Colpire gli infedeli, l’imperativo dell’Isis

L’ultimo attentato di Azaz, al confine con la Turchia, ha provocato più di 60 morti e non si tratta che dell’episodio più recente della guerra terroristica che l’Isis sta portando avanti da tempo e in varie parti del mondo.

Secondo l’agenzia dello Stato Islamico Amaq, nell’arco del 2016 sono stati portati a termine 1141 attacchi. Gli uomini del Califfato le chiamano “operazioni di martirio” e, per la gran parte, sono state effettuate nei confronti delle truppe governative in Iraq, di quelle siriane, dei ribelli siriani e dei peshmerga curdi.

Un numero che appare senz’altro molto grande e, forse, gonfiato a scopo di propaganda. Secondo il britannico Guardian, gli attacchi suicidi portati a termine dai miliziani dell’Isis lo scorso anno sono stati 236, per un totale di circa 11500 morti, per la maggiore parte civili.

Le previsioni per il 2017

Al momento, tutti gli analisti concordano nel ritenere che il numero di attacchi da parte dell’Isis non è destinato a calare nel 2017, ma anzi con ogni probabilità crescerà ancora. Le modalità più utilizzate finora – e che dovrebbero confermarsi nell’arco dei prossimi 12 mesi – rimangono i kamikaze e le autobomba. Non vanno comunque trascurati i cosiddetti “lupi solitari”, uomini che colpiscono alla cieca, lontano dalle roccaforti dello Stato Islamico, come accaduto a Berlino di recente e, pochi mesi fa, a Nizza.

L’obiettivo era e rimane quello di colpire i “miscredenti”, per usare la terminologia di Amaq: tutti gli occidentali, senza distinzione, e i musulmani sciiti o che comunque non riconoscono lo Stato Islamico.

Ciò che rende davvero pericoloso l’operato dei miliziani è il fatto di riuscire ad agire anche in assenza di una precisa catena di comando. Proprio come nel caso dei lupi solitari, l’obiettivo di colpire i miscredenti è così generale e vago da poter sempre essere attuato.

L’allarme di Gabrielli

“Anche l’Italia pagherà un prezzo”, è stato l’allarme lanciato nei giorni scorsi da Franco Gabrielli, capo della Polizia. Nel corso di un’intervista rilasciata al Giornale, Gabrielli ha ribadito che nel nostro Paese “il rischio di attentati c’è” e che il timore concreto è che “anche l’Italia avrà il suo prezzo da pagare”.

L’obiettivo principale in Italia rimane Roma e il fatto che, fino ad oggi, non si siano verificati attacchi non mette certo al sicuro: “sottovalutare la minaccia”, ha rimarcato Gabrielli, “è un errore gravissimo”.