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L’Italia ha perso la A nel rating: quali sono le ripercussioni

DBRS rating Italia

Anche DBRS ha tolto all’Italia il giudizio A nel rating. Era l’ultima agenzia ad averlo mantenuto. Ecco cosa succede adesso. L’Italia annega fra gli Stati con un credito da serie B. La notizia che anche l’ultima agenzia di rating che al nostro Paese riconosceva un giudizio A (la canadese DB...

Anche DBRS ha tolto all’Italia il giudizio A nel rating. Era l’ultima agenzia ad averlo mantenuto. Ecco cosa succede adesso.

L’Italia annega fra gli Stati con un credito da serie B. La notizia che anche l’ultima agenzia di rating che al nostro Paese riconosceva un giudizio A (la canadese DBRS) ha optato per una revisione in BBB potrebbe comportare serie conseguenze.

La banche al centro del problema

Il problema è in sostanza legato al mondo delle banche. Con un giudizio “A”, gli istituti di credito possono rivolgersi alla Banca Centrale Europea ottenendo dei finanziamenti senza prestare garanzie particolari oltre a quelle minime. In pratica, le banche italiane perdono competitività e potere allo stesso tempo perché, d’ora in avanti, saranno soggette a una diversa valutazione da parte della BCE (quest’ultima valuta il rischio degli asset portati in garanzia proprio in base al rating più alto assegnato dalle quattro principali agenzie internazionali).

Al momento, i giudizi delle principali agenzie di rating sull’Italia sono questi:

S&Poor’s: BBB- stabile

Moody’s: Baa2 stabile

Fitch: BBB+ stabile

Dbrs: BBB stabile

Ma perché anche DBRS ha optato per un downgrade?

La retrocessione, per l’Italia, è legata soprattutto alla bocciatura del progetto di riforme del governo Renzi. La sconfitta al referendum dello scorso 4 dicembre ha comportato l’insorgere di una diversa visione della comunità internazionale (e finanziaria) nei riguardi del nostro Paese. L’instabilità politica è uno degli scenari più invisi a mercati e investitori. Comporta un rischio maggiore, da cui discende il passaggio al giudizio BBB.

DBRS ha però anche evidenziato come uno dei problemi siano “la persistente debolezza del sistema bancario, in un periodo di crescita fragile” e il livello di crediti deteriorati, “molto elevato”, al punto da “compromettere la capacità del settore bancario di agire come intermediario finanziario per sostenere l’economia”.

La multa di Moody’s

In questo quadro risulta chiaro il potere che le agenzie di rating possiedono anche in termini di andamento dell’economia nazionale. Nel caso del nostro Paese, infatti, la conferma di un giudizio positivo avrebbe senz’altro sostenuto la ripresa, mentre questo passaggio rischia di ostacolarla andando ad alimentare le problematiche esistenti (dalle quali, peraltro, il giudizio stesso deriva).

In merito al ruolo delle agenzie di rating nell’economia mondiale, è notizia recente che l’agenzia Moody’s ha patteggiato con il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti il pagamento di una multa di oltre 860 milioni di dollari a chiusura dell’inchiesta relativa all’accusa di avere aumentato il rating di alcuni mutui ad alto rischio, i subprime, proprio quelli che hanno contribuito ad innescare la crisi economica a partire dal 2008.