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Jean Marie Le Pen affida il Front National alla figlia

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Con il 67,65 per cento dei voti, ieri Marine Le Pen, figlia del politico Jean Marie Le Pen, assume la presidenza del movimento di estrema destra, battendo Bruno Gollnisch; il padre resterà attivo nel partito, diventandone presidente onorario, e manterrà anche gli incarichi di deputato europeo e...

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Con il 67,65 per cento dei voti, ieri Marine Le Pen, figlia del politico Jean Marie Le Pen, assume la presidenza del movimento di estrema destra, battendo Bruno Gollnisch; il padre resterà attivo nel partito, diventandone presidente onorario, e manterrà anche gli incarichi di deputato europeo e consigliere regionale.

Jean Marie Le Pen ha pronunciato ieri il suo ultimo discorso da presidente prima di passare le redini del partito alla figlia. Sotto le note del “Va, pensiero” di Giuseppe Verdi, lo storico leader ha ripercorso i suoi quasi quarant’anni alla guida del Front National, fondato nel 1972. In seguito, si è scagliato contro gli islamici che “vogliono imporre la sharia” in Francia; ha poi evidenziato la decadenza del paese, schiavo dell’Europa e degli Stati Uniti: “La Francia, una volta così fiera di saper prendere in mano il proprio destino, ha abbandonato la sua indipendenza politica ai burocrati di Bruxelles, quella monetaria alla Banca centrale di Francoforte, e le sue finanze alle borse di Londra e New York … è stato detto ai popoli dell’Europa che l’unione fa la forza, ma è una bugia: perché un’unione di debolezze non può fare la forza”. Ha poi criticato la decisione di Sarkozy di entrare a far parte del comando integrato della NATO: “Andiamo a dare man forte nelle montagne dell’Afghanistan, come se il pericolo islamico venisse da lì, quando non siamo neanche capaci di mantenere l’ordine nelle nostre banlieues, diventate un reale cavallo di Troia dell’islamismo”. Infine, il politico ha concluso con quello che sembra una specie di testamento politico: “Patrioti del mondo, unitevi!”. “Per assicurare la felicità dei nostri popoli, siate coraggiosi … di destra per destrezza, per amore della patria, ma anche della verità, cercando di rimanere fedele alla regola dei cavalieri: duri con i forti, dolci con i deboli”.

Marine è avvocato, pluri-divorziata e madre di tre figli. A lei spetta ora il compito di modernizzare il partito, in un modo simile a ciò che è già stato portato avanti da altri partiti di destra europei. La donna dovrà voltare pagina, soprattutto facendo dimenticare le infelici battute del padre sulle camere a gas come “dettaglio della Seconda Guerra Mondiale”, sui “lebbrosi” e sui malati di AIDS, sui camion militari pieni di extracomunitari, e molte altre gaffes politiche. Lo scopo è allargare l’elettorato, trasformando il partito in una formazione populista più “rispettabile”. Le idee di Marine sono certamente più moderne dell’avversario Gollnisch, vecchio professore universitario. La donna si schiera a favore delle donne che abortiscono, raccomanda un protezionismo economico e non fa dell’antisemitismo o del razzismo il proprio cavallo di battaglia.