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Just Wine: ecco cosa ne pensano i Genovesi

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Da Milano a Roma, passando per Bologna e Pavia, con qualche serata estiva tra Santa Margherita e Forte dei Marmi, il Just Wine è diventato un appuntamento immancabile per i giovani universitari. La formula è sempre la stessa: 15 euro per un aperitivo a buffet e open bar di vino, dress code smart c...

Da Milano a Roma, passando per Bologna e Pavia, con qualche serata estiva tra Santa Margherita e Forte dei Marmi, il Just Wine è diventato un appuntamento immancabile per i giovani universitari. La formula è sempre la stessa: 15 euro per un aperitivo a buffet e open bar di vino, dress code smart casual e musica di atmosfera.
In questi ultimi giorni, però, sono scoppiate grosse polemiche a riguardo. Alcuni locali milanesi, infatti, tramite il Silb hanno accusato il format di “concorrenza sleale” e di far ubriacare i giovani. Abbiamo perciò fatto qualche domanda ad uno dei soci del JW per capire meglio com’è strutturato questo tipo di evento.

Com’è nata l’idea?
Abbiamo pensato di proporre qualcosa che potesse avvicinare di più i ragazzi alla cultura del vino, svecchiando la classica degustazione. L’evento nasce con l’intento di essere un’alternativa rispetto alle solite serate durante le quali ci si ubriaca per davvero con drink che molto spesso contengono alcolici di pessima qualità. Il nostro servizio, poi, si rivolge a soli maggiorenni, che dovrebbero essere responsabili di se stessi: ognuno dovrebbe regolarsi secondo i propri limiti e solo davvero rari i casi in cui qualcuno esagera.
Che vino offrite?
Indicativamente cerchiamo di mantenere gli stessi fornitori e prodotti in tutte le città, ma a volte purtroppo abbiamo avuto dei problemi con locali e trasporti. Ad esempio, attualmente a Genova la qualità è leggermente più bassa rispetto a ciò che offriamo dalle altre parti, ma ci stiamo adoperando per risolvere al più presto la questione. I vini sono comunque tutti molto validi, il nostro principale sponsor è l’enoteca trentina Cavit, che non è un grande distributore organizzato.
Avete ottenuto grande successo: in futuro pensate di mantenere o cambiare target?
Per il momento puntiamo sempre su un pubblico universitario e al rinnovo generazionale. Continuiamo ad avere sempre molte persone, con in media il 57% rappresentato dalle donne.

Al momento a Genova il Just Wine è in stand by e nell’attesa della prossima data abbiamo chiesto l’opinione a chi c’è stato. Alcuni sono rimasti delusi da alcuni aspetti, come Chiara che è andata all’opening invernale e «non mi sono trovata benissimo: code infinite per entrare, bere e mangiare. Il cibo era veramente scadente e l’open bar una presa in giro poiché non riempiono neanche il bicchiere a metà costringendoti a fare la coda cento volte per due bicchieri! Il prezzo è decisamente alto… e almeno il guardaroba dovrebbe essere gratis! La musica, invece, è troppo alta per chiacchierare, ma anche inadeguata per ballare. Peccato perché quello estivo mi era piaciuto molto!». C’è chi invece pensa che sia «un evento commerciale, poiché se uno dovesse fare una cosa di qualità metterebbe vino e cibo diverso. La location è carina e quindi dà la parvenza di un qualcosa di elegante. Nessuno ha idea di cosa stia bevendo né se ne interessa. Bisognerebbe alzare il livello qualitativo! Sono d’accordo che, però, il vino sia meno pericoloso sicuramente rispetto a chupiti o cocktail pesanti». Beatrice ha provato anche quello di Bologna e secondo lei «dovrebbero allestire più punti per mangiare, è tutto disorganizzato. A Bologna, invece, mi è piaciuto, il locale era composto da tre sale, una dove si mangiava e si beveva, una per ballare e una per stare più tranquilli. Penso anche che dipenda dalla gente: lì erano tutti più lanciati e si divertivano, mentre da noi spesso viene concepito come un preserata per andare poi agli Estoril e così perde un po’ del suo senso».
I riscontri positivi, però, sono più numerosi: Stefan suggerisce soltanto di «promuovere meglio la parte della serata dopo l’open bar, fino alla chiusura, visto che dopo le 23 spariscono quasi tutti. Per rispettare il budget e il prezzo mi sembra difficile migliorare altro!», mentre Margherita afferma che «l’unica pecca è che ci dovrebbe essere la possibilità di avere dell’acqua perché molti giovani guidano». Un suo amico, infatti, ha dovuto fingere di dover prendere una medicina perché non volevano dargliela. Giacomo, Ludovica e Maria concordano nel dire che sia «un modo carino per incontrarsi e parlare, per fare qualcosa di diverso in serate come quella di Halloween».
Tanti suggerimenti per migliorare il venerdì sera più gettonato del momento, ma anche tante persone entusiaste. Alla fine, infatti, l’importante è brindare tutti insieme ad una bella serata in compagnia!