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La proposta al Municipio: “Una targa in memoria delle prostitute per i 5 soldi ai moli”

PROSTITUTE

La prostituta ha un valore storico ben oltre il mero mercimonio. Le associazioni più importanti di Genova chiedono al Municipio una targa in riconoscimento del grande contributo per il miglioramento dei moli.

La proposta arriva da alcune associazioni del centro storico: dalla fondazione Amon, la Comunità di San Benedetto al Porto e l’associazione Princesa e la partecipazione di numerosi cittadini. Per cosa? Una targa commemorativa per “delle lavoratrici dell’antica arte del meretricio”. Il fine è quello di onorare la dignità di molte donne che di mestiere fanno le prostituite. E, che nella Genova antica erano costrette a pagare 5 soldi alla Repubblica per la costruzione e l’allargamento dei moli.

5 SOLDI sudati nel vero senso del termine, ove queste povere donne erano obbligate a vendersi con … cosa curiosa … la tinta dei loro capelli doveva essere gialla o addirittura verde per essere facilmente riconosciute quali prostitute.

Una portavoce di tale iniziativa è l’ex sindacalista Maura Granelli che dice: “Sarebbe un vero e proprio atto di giustizia. Le donne, iniziando dalle Repubbliche Marinare, hanno sempre detenuto un potere rilevante nel reggere lo Stato. Sia le mogli sia le meretrici”.

Un simil discorso arriva da Marco Pepè rappresentante della associazione Amon, che sottolinea: “Domandiamo di fare vostra l’iniziativa di posar in opera una targa alla memoria di quante, con il loro duro lavoro, hanno consentito a Genova di avere dei moli all’avanguardia, contribuendo così a mantenere il titolo di ‘Superba’”.

Infine, conferma il nobile intento la Comunità di San Benedetto al Porto con Domenico Chionetti detto “Megu”: Lo stesso Don Gallo sarebbe d’accordo. Queste donne erano obbligate a vendere il loro corpo. Oggi a distanza di secoli dobbiamo dare la dignità che non hanno mai avuto”.

Questa iniziativa ha visto l’invio di una lettera al presidente del Municipio, Andrea Carratù, che pare abbia dato una qualche speranza per dare l’avvio a tale iniziativa rispondendo: “Se il fatto storico risulta essere veritiero vi sarà il giusto riconoscimento”.

Il luogo in cui potrebbe diventare ufficiale la presenza della targa è consequenziale che sia il Porto Antico: l’origine del miglioramento dei moli genovesi in buonissima parte grazie al “dazio” che le prostitute effettuavano regolarmente.

Ed è “cosa veramente buona e giusta” dare un minimo di ricordo a una s-offerenza di donne che si sono viste schiavizzate da tempi immemori – solo nel 1904 c’è stato il primo accordo internazionale contro lo sfruttamento della prostituzione e 1910 la convenzione per la repressione della cosiddetta Tratta della bianche -.

Addirittura ci furono disquisizioni storiche sulla figura della “meretrix” che, da sempre e nel bene e nel male, ha fatto parlare di sè anche nella poesia, letteratura e arti in genere:

“Nessuno ti impedisce di andare dai prosseneti (mezzani)” – esclama un personaggio di Plauto – ” … a patto che tu non tocchi una donna sposata, una vedova, una vergine, una giovane o dei fanciulli di nascita libera, ama chi vuoi!”

E Catone il Censore si congratula così con un amico incontrato all’uscita di un lupanare: “Bravo! È qui che i giovani devono soddisfare i loro ardori, piuttosto che attaccarsi alle donne sposate!”.