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La villa degli amanti maledetti nel pavese

lomello

Vi capitasse mai di percorrere la strada provinciale 193 bis che attraversa parte del territorio pavese, non dovreste dimenticare di fermarvi ad ammirare una stupenda villa in stile liberty che si trova nei pressi della cascina Boragna. Ammiratela, perché ne vale la pena: si chiama Villa Cerri. Amm...

Vi capitasse mai di percorrere la strada provinciale 193 bis che attraversa parte del territorio pavese, non dovreste dimenticare di fermarvi ad ammirare una stupenda villa in stile liberty che si trova nei pressi della cascina Boragna. Ammiratela, perché ne vale la pena: si chiama Villa Cerri. Ammiratela, ma, per l’amore del cielo, non fermatevi e tirate dritto per la vostra strada.

Nel pavese la storia degli amanti maledetti

Per gli abitanti del posto, quella non è Villa Cerri, ma la villa “degli amanti maledetti”. La questione è molto semplice: è stregata. Chi la abita impazzisce e muore. O, quanto meno, così dicono da quelle parti. Tutto risale al primo proprietario, nonché costruttore, della villa, nel 1910, il ricco Pietro Cerri. Si racconta che Cerri, tornato da una battuta di caccia, trovò la moglie nella stanza più alta della casa, in cima alla torretta, in compagnia di uno stalliere. Immaginatevi cosa stessero facendo. Cerri non la prese affatto bene e, dal momento che si ritrovava il fucile fra le mani, non ci pensò su due volte e sparò. Fece fuori la moglie, lo stalliere e, da ultimo, se stesso.

La villa che fa impazzire chi la abita

Da allora, la villa è rimasta disabitata. Ci hanno provato in molti, per dire la verità, a cambiare le cose, ma pare che entrassero in casa infischiandosene di fantasmi e maledizioni e ne uscissero, quando ci riuscivano, con la testa scombussolata. L’ultima a vivere lì fu una famiglia di tre persone. Erano gli anni Cinquanta. Marito, moglie e figlio finirono tutti e tre col togliersi la vita.

Ma è tutta leggenda, è chiaro. Qualcuno ha spiegato che, nel 1910, quella villa neppure esisteva, che i Cerri erano gente normalissima e che il fatto di sangue alla base della maledizione della casa non è neppure mai avvenuto. Oggi la villa è di proprietà di Francesco Sempio, produttore di riso di livello mondiale, che investe di continuo quattrini per limitare il degrado dell’edificio. Però non ci abita. Il sindaco di Lomello, il comune nel cui territorio si trova Villa Cerri, ha sottolineato a più riprese l’enorme pregio della costruzione, perfetta, a suo dire, per ospitare un agriturismo o un ristorante. Il fatto è che il primo cittadino ha ragione, però nessuno – proprio nessuno – si fa avanti. Questioni di soldi, forse: investimento iniziale eccessivo. Tutto vero, così come è vero che la suggestione, della razionalità e dell’evidenza, se ne infischia.