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Laura Biagiotti: donne dello spettacolo vestite dalla stilista

Laura Biagiotti

Per la morte della grande stilista Laura Biagiotti il modo migliore per ricordarla e mostrare il suo lavoro e quanto fosse apprezzata da molti.

Addio alla regina del cashmere

Laura Biagiotti, fra le più grandi stiliste della storia della moda italiana, ci ha purtroppo lasciati. Dopo un infarto che l’ha portata al ricovero immediato è venuta la morte cerebrale. Tutti, ieri sera, erano col fiato sospeso: chiunque nel mondo della moda sapeva che la sua morte avrebbe causato un grande vuoto. Alla fine, purtroppo, non ce l’ha fatta e “la regina del cashmere” questa mattina ci ha lasciati. Laura Biagiotti era una donna straordinaria e verrà pianta non solo dalla sua famiglia, sua figlia Lavinia, e dai suoi amici più stretti, ma da tutto il mondo della moda.

Il suo stile

Il suo soprannome, “regina del cashmere“, non le venne assegnato a caso. Quel particolare e morbido tessuto nelle sue mani diventava ancora più impalpabile. Le sue creazioni puntano tutte a una femminilità dolce, si direbbe d’altri tempi. Per questo i suoi capi venivano scelti e apprezzati da donne con la “d” maiuscola, come Virna Lisi e Carla Fracci. Ma Laura Biagiotti sapeva bene che le donne hanno bisogno di mostrare anche la propria sensualità. I suoi abiti seguivano le curve naturali di una donna e sapevano dare quel tocco intrigante in più. Sarà stato questo tratto a incuriosire Nancy Brilli e Mara Venier, altre famose fruitrici della moda firmata Biagiotti. Nel suo stile, però, tutto andava armonizzato con immensa eleganza. I colori spesso puntavano al chiaro, al pastello, proprio per donare maggiore luce a ogni incarnato. Un’eleganza che si adatta bene a Lorella Cuccarini, Milly Carlucci, Milva.

La moda in evoluzione

Il boom creativo di Laura Biagiotti fu tra gli anni ’60 e ’70, quando firmò collaborazioni anche con Rocco Barocco e Roberto Capucci. Ma, come tutti i grandi artisti, la sua mano resisteva nel tempo. I suoi capi, benché tutti riconoscibili, col passare degli anni e delle collezioni hanno saputo adattarsi a ogni esigenza e ogni nuova tendenza. Non è un caso che due giovanissime come Cristina Chiabotto ed Elena Barolo abbiano scelto lei per modellare le loro splendide figure. Un’immagine fresca, con un certo disincanto, come di bambina cresciuta. Il suo nome non mancava di essere conosciuto anche all’estero, ovviamente. Nel 1988 fu la prima stilista italiana ad aver sfilato in Cina. Il suo gusto era italiano e, allo stesso tempo, non si poneva ostacoli di creatività, attingendo anche alle altre culture. E’ naturale, perciò, che anche donne di origine straniera, come Alena Seredova e Natasha Stefanenko abbiano trovato in lei il proprio specchio. Uno stile che le facesse sentire italiane e, allo stesso tempo, le valorizzasse come donne in generale.

Una dinastia al femminile

La madre di Laura, Delia, negli anni ’60 era titolare di un atelier di alta moda a Roma. E’ indubbio che, già prima di avvicinarsi effettivamente al mondo della moda, prese da lì le prime idee e conoscenze del campo. All’epoca, infatti, Laura studiava archeologia cristiana all’università. Poi, però, inizia a seguire la madre nel suo mestiere e credo sia palese a tutti quanto l’allieva abbia superato la maestra. Nel 1992 è “Donna dell’anno”, nel 1993 vince il trofeo “Marco Polo” e, addirittura, nel 2002, per i suoi 30 anni di carriera, le Poste Italiane emettono un francobollo in suo onore. Un successo meritato ed enorme. Alla sua morte l’eredità passa a sua figlia Lavinia, già presidente della Maison. Con una madre così, ci si aspetta grandi cose da lei.