Cent’anni di solitudine è uno dei grandi capolavori di Gabriel Garcia Marquez.
Tra le frasi più belle vi è:
- Amaranta pensava a Rebeca, perché la solitudine le aveva selezionato i ricordi, e aveva incenerito gli intorpidenti mucchi di mondezza nostalgica che la vita aveva accumulato nel suo cuore, e aveva purificato, magnificato e eternizzato gli altri, i più amari.
- L’immagine di Remedios, […], gli rimase ficcata in qualche parte del corpo a fargli male. Era una sensazione fisica che quasi gli dava fastidio nel camminare, come una pietruzza nella scarpa.
- Non si muore quando si deve, ma quando si può
- Era convinta che le porte erano state inventate per chiuderle, e che la curiosità per quello che succedeva nella strada era cosa da donnacce.
- Forse, non solo per farla capitolare ma altresì per scongiurarne i pericoli, sarebbe bastato un sentimento tanto primitivo e semplice come l’amore, ma quella fu l’unica cosa che non venne in mente a nessuno.
- “Il migliore amico,” soleva dire allora, “è quello che è appena morto”.