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Legge di stabilità, novità per la scuola: aumento per i presidi e per i docenti 85 euro lordi

Legge di stabilità

Legge di stabilità, importanti novità per quanto riguarda le scuole. In particolare si tratta di un super aumento per i presidi e anche per i docenti.

Legge di stabilità, importanti novità per quanto riguarda le scuole. In particolare si tratta di un super aumento per i presidi e anche per i docenti. Entrando maggiormente nello specifico, le misure prevedono 440 euro netti in più e concorso per i dirigenti. Ma anche assunzioni per circa duemilacinquecento bidelli. La manovra che era stata annunciata dal governo per la scuola, l’università e la ricerca ammontava a circa un miliardo e novantacinque milioni di euro. Quella che entrerà in Parlamento tra martedì e mercoledì mantiene più o meno gli stessi livelli di spesa.

Legge di stabilità, le novità

La manovra che era stata annunciata dal governo e che riguarda da vicino scuola, università e ricerca ammontava a circa un miliardo e novantacinque milioni di euro. Quella che entrerà in Parlamento tra domani e mercoledì manterrà più o meno lo stesso livello di spesa. E destina anche il 3,5 per cento del PIL all’istruzione.

E’ già partito il rinnovo contrattuale per i circa tre milioni e settantamila dipendenti della Pubblica Amministrazione. Questo rinnovo prevede, per tutti, un aumento di circa ottantacinque euro lordi. Per quanto riguarda il rinnovo 2016-2018 dei contratti di circa un milione e 191 mila tra docenti e amministrativi della scuola, il costo è indicato in 674,98 milioni di euro.

In particolare, il 41% dei docenti (quindi circa trecentoventi mila), guadagna meno di venticinquemila euro lordi all’anno. Oggi, dunque, incassa il bonus mensile di ottanta euro concesso da Matteo Renzi. Con l’aumento previsto, questa larga area di docenti perderebbe però il bonus Renzi. Riceverebbe quindi gli ottantacinque euro per l’aumento in busta paga, ma ne perderebbe comunque ottanta.

Una sorta di beffa per questi docenti, che dunque alla fine dei conti avrebbe un aumento di cinque euro a tutti gli effetti. Per evitare questa beffa è necessario avere delle risorse aggiuntive. Alcuni sindacati hanno inoltre ribadito i loro dubbi sulla copertura degli aumenti annunciati.

L’aumento per i presidi

L’aumento di stipendio per i presidi ci sarà e sarà sostanzioso. Oggi, infatti, i dirigenti della pubblica amministrazione solo nella parte fissa dello stipendio trovano una cifra quadrupla rispetto a quella percepita dai dirigenti scolastici.

In altre parole, un responsabile dell’università o comunque di un ente di ricerca guadagna oggi in media centomila euro lordi. Un preside 58mila. Per adeguare la parte fissa che riguarda la retribuzione dei dirigenti scolastici e di alcune figure dirigenziali dell’Istruzione, il Miur ha deciso di istituire un fondo con 31,70 milioni per il 2018 e 95,11 milioni a decorrere dal 2019.

L’adeguamento degli stipendi comincerà a partire da settembre del 2018 e riguarderà da vicino gli attuali 7.993 presidi italiani. La crescita annuale sarà pari 1.899,74 euro lorde a testa. Alla fine, dunque, si parla di circa 440 euro netti al mese.

Un aumento di questo genere non si vedeva da diverso tempo nella pubblica amministrazione. Il governo Gentiloni, una volta fatta propria la Buona Scuola renziana, punta tutto dunque sui dirigenti scolastici come guide dei singoli istituti. E dunque ha deciso di ricompensarli da un punto di vista economico.