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Legge elettorale, voto al 2018: Renzi cerca un nuovo accordo

Legge elettorale

Dopo la giornata di ieri, in cui il patto delle larghe intese tra Pd-FI-M5S-Lega è caduto adesso Matteo Renzi riparte dalla sinistra. Negli ambienti democratici, prende sempre più corpo un'idea di un patto con Pisapia a Palazzo Madama. "Niente più Rosatellum o Mattarellum, ormai è chiaro che in ...

Dopo la giornata di ieri, in cui il patto delle larghe intese tra Pd-FI-M5S-Lega è caduto adesso Matteo Renzi riparte dalla sinistra. Negli ambienti democratici, prende sempre più corpo un’idea di un patto con Pisapia a Palazzo Madama. “Niente più Rosatellum o Mattarellum, ormai è chiaro che in questo Parlamento non c’è spazio per una riforma e si voterà con le leggi attuali. Per questo, ho già detto a Giuliano di correre divisi alla Camera, ma in coalizione al Senato”, queste le direttive date da Renzi ai suoi dopo il crollo di ieri.

Ieri c’è stato un fallimento impressionante della proposta di legge elettorale che era stata condivisa dai cinque principali partiti, inclusa Sinistra italiana” cosi Renzi ha commentato la votazione, l’ex Premier ha poi lanciato accuse ai grillini: “I Cinque stelle sono stati inaffidabili come già era accaduto sulle unioni civili e su un’altra dozzina di provvedimenti. Sono inaffidabili per definizione. Hanno la stessa credibilità sulla legge elettorale di quando parlano di vaccini o scie chimiche. Non è il singolo punto sul Trentino Alto Adige ma il lavoro comune: se su un patto vieni meno, stai prendendo in giro gli italiani“.

Elezioni, come e quando.

A questo punto, è più plausibile un attesa sul voto con le elezioni rimandate al 2018. Renzi infatti ha detto che si continua “con il governo Gentiloni. Pieno sostegno a questo esecutivo, che in queste ore sta lavorando alle questioni del Paese. Su questo, non accettiamo provocazioni. Nessuno di noi vuole un decreto“, niente voto anticipato aggiustando l’odierna legge elettorale, con conseguenti dimissioni del governo in carica.

Sul futuro della legge elettorale, Renzi ammette di “non essere ottimista“. “La legge elettorale c’è, ha bisogno – per qualcuno – di alcuni accorgimenti tecnici. Dobbiamo evitare il fallo di reazione. Se qualcuno arrivasse oggi a dire di fare una legge contro Grillo, sarei il primo a dire che non dobbiamo farlo. Grillo ha tradito il patto con i propri iscritti al blog. Ha tradito loro, non noi. Vedremo se ci saranno le condizioni di fare una nuova legge con tutti gli altri, ma su questo non sono ottimista“.

Si voterà con le leggi attuali, quindi, o al limite come ha detto lo stesso leader del Pd “se dovesse servire, faremo all’ultimo un decreto tecnico”. Un atto minimo, per correggere il nodo delle preferenze di genere e mettere in pista due leggi giudicate al Nazareno “auto-applicative”.

Non sono possibili neanche modifiche al Consultellum. Lo so, c’è chi chiede la coalizione. Ma davvero pensate che Grillo possa sostenerla? E poi, questo Parlamento è pieno di parlamentari che pur di non andare alle elezioni affonderebbero qualsiasi riforma”, ha concluso Renzi.

Infine Renzi si occupa del caso Consip, che vede ancora coinvolto il padre: “Vogliamo sapere se qualcuno ha deciso di fabbricare delle prove false contro colui che allora era il presidente del Consiglio, non importa chi fosse. Chi prova a fabbricare prove false contro altri deve risponderne“.