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Legittima difesa, la polemica e il futuro della proposta di legge

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Approvata in settimana alla Camera, la proposta di legge sulla legittima difesa sembra destinata a cambiare in modo radicale. O a sparire del tutto.

La proposta di legge sulla legittima difesa ha scatenato grandi polemiche. Approvata in settimana alla Camera dei Deputati, con ogni probabilità subirà modifiche sostanziali nel proseguo dell’iter legislativo. “Meno male che c’è il Senato”, ha commentato senza giri di parole il presidente Pietro Grasso. E proprio al Senato, dove ora si sposterà la discussione, si preannuncia una discussione quanto mai accesa.

Pd pronto a modificare la proposta di legge sulla legittima difesa

I primi a dirsi pronti alle modifiche sono proprio alcuni esponenti del Partito Democratico, fra cui il relatore alla Camera David Ermini, secondo il quale “la percezione di quello che è uscito è completamente stravolta e invece, come giustamente mi ha detto Matteo Renzi, la percezione dei cittadini deve essere di completa sicurezza e quindi dobbiamo essere disponibili a correggere la locuzione”: “non servirebbe togliere la parola notte, ma se è l’elemento per cui si deve fare una campagna elettorale contro, allora la togliamo”.

Intervento legislativo inutile, secondo l’Associazione Nazionale Magistrati

Sulla scarsa importanza della parola ‘notte’ si è espressa anche l’Associazione Nazionale Magistrati, il cui presidente Eugenio Albamonte ha commentato in modo molto duro. La proposta di legge sulla legittima difesa, ha spiegato Albamonte, “è un intervento che non serviva” ed è “anche un po’ confuso”. Secondo i vertici dell’Anm, l’intervento legislativo “non deve assecondare gli umori” popolari, anche perché, nel caso specifico, “la giurisprudenza dimostra, anche soltanto guardando gli ultimi casi, che c’è un atteggiamento di estremo favore da parte dei giudici verso chi invoca la legittima difesa, non è discrezionale ma già stabilito dalla legge”.

Per come è attualmente scritta, la proposta di legge porrebbe, secondo Albamonte, “problemi applicativi” perché relativi a “una categoria giuridica che non esisteva fino a poco tempo fa”, con i giudici messi a dura prova nel dover “stabilire quando c’è turbamento, quando non c’è, quando è grave”. E, per quello che riguarda la parola ‘notte’, Albamonte ha osservato che “non c’è purtroppo una norma che stabilisce quando bisogna considerare esistente l’orario notturno e quando no”.

Salvini: Governo e maggioranza allo sbando, si torni a votare

Ha invece lanciato l’idea di un referendum Matteo Salvini. Ai microfoni di Sky, il leader della Lega ha dichiarato che “se vanno avanti con questa schifezza, raccogliamo le firme per un referendum per cancellarla”. Polemica aperta con il Pd, ai cui esponenti Salvini ha rimproverato una sostanziale indecisione di base: “come fa il Pd ad approvare una norma di giovedì e venerdì dire il contrario? Ormai il Governo e la maggioranza sono allo sbando. Che si torni a votare”.

Cosa dice la proposta di legge sulla legittima difesa

Al centro della proposta di legge c’è il fondamentale concetto di “grave turbamento“. Chiunque si trovi in questo stato, potrebbe reagire per legittima difesa anche utilizzando delle armi. Si parla di una condizione in cui si subisce un attacco “violento, con minaccia e inganno”, con in più la dicitura che fa riferimento all’orario notturno, a indicare una situazione di sostanziale sorpresa da parte della vittima.

Interessati sono gli articoli 52 e 59 del Codice Penale. Ferme restando la proporzione fra offesa e difesa e di concretezza del pericolo, la proposta di legge considera legittima, anche in forma armata, la difesa a un’aggressione entro la proprietà privata commessa di notte. Si esclude inoltre ogni forma di responsabilità da parte della vittima nel caso in cui, a seguito dell’utilizzo delle armi, venga causato un danno psichico (turbamento) all’aggressore. A carico dello Stato, infine, tutte le spese processuali per la vittima.