> > I leoni che mangiarono in guerra 135 soldati

I leoni che mangiarono in guerra 135 soldati

I leoni che mangiarono in guerra 135 soldati

I "mangiatori di uomini dello Tsavo" è il soprannome di due leoni che attaccarono alcuni esseri umani, nel 1898, in Kenya. Fu una strage.

Era marzo del 1898. La Compagnia britannica dell’Africa Orientale aveva da poco iniziato la costruzione di un ponte ferroviario sul fiume Tsavo, in Kenya. Il progetto venne affidato al tenente colonnello John Henry Patterson. Ma non furono i lavori a trasformare i nove mesi di permanenza sul posto un vero e proprio inferno. bensì due leoni antropofagi. A raccontare la vicenda, è stato lo stesso colonnello Patterson. Narrazione che, sebbene accettata come vera, ha generato comunque non poche riserve.

Gli “spiriti nelle tenebre“, come vennero definiti a quei tempi, tormentavano le notti dei lavoratori. Si trattava di leoni privi di criniera che attaccavano gli uomini nelle tende, trascinandoli violentemente fuori per ucciderli e divorarli. I lavoratori cercarono, in tutti i modi, di spaventarli, specialmente utilizzando boma e recinzioni. Ma non ottennnero alcun effetto. E nel trascorrere dei mesi, la conta dei morti aumentava. Molti uomini lasciarono il cantiere in preda al panico. Il Colonnello Patterson, invece, tentò la fortuna escogitando numerose trappole e tessendo diversi tranelli. Ma le bestie si rivelarono così scaltre e intelligenti da riuscire a evitarle. Il primo leone che riuscì a uccidere fu il 9 Dicembre del 1898. Ecco come andò.

La morte dei leoni

Patterson si era nascosto sopra una piattaforma collocata su un albero e, da lì, sparò un primo colpo al leone, ferendolo a una gamba. L’animale si allontanò ma quando fece ritorno, egli sparò il secondo e ultimo colpo, che lo uccise. L’animale venne trovato, nei dintorni, soltanto il mattino seguente. Era lungo 2,70 metri e furono necessari otto uomini per caricarlo e condurlo nella tenda. Il secondo leone, invece, fu colpito ben nove volte e con tre fucili diversi. Il primo colpo partì da una piattaforma rialzata; due mentre il leone seguiva Patterson in fuga; il colpo finale, che raggiunge il cranio, fu quello che fece definitivamente capitolare l’animale. Il colonnello inglese dichiarò che la bestia morì mentre stava rosicchiando il ramo di un albero, nell’ultimo disperato tentativo di raggiungere la sua agognata preda.

Le pelli venneno vendute al Chicago Field Museum per la cifra di 5.000 dollari. Oggi sono in esposizione, insieme ai loro crani, in una teca dedicata.

Realtà o leggenda?

I fatti raccontati da Patterson sono stati, con molta probabilità, romanzati dallo stesso autore. Sebbene il numero di lavoratori impiegati durante la costruzione di infrastrutture fosse molto elevato, è assolutamente improbabile che le vittime potessero essere 135. Si è molto più propensi a credere, infatti, che fossero, semmai, 35. Si tratta di un numero che deriva da più recenti studi scientifici realizzati sulle ossa dei leoni. Numeri che indicherebbero che uno dei due animali mangiò 10 uomini e il secondo 24.

Le ragioni dell’Antropofagia

Gli animali selvaggi, per propria natura, non sono antropofagi. A obbligarli a cibarsi di carne umana sarebbero alcuni fattori particolari. Nel caso dei leoni dello Tsavo, sono state individuate tre cause principali:

  • la peste bovina di fine Ottocento, che decimò le risorse di animali selvaggi,
  • l’elevato numero di cadaveri umani seguenti la carestia,
  • la tratta di schiavi che faceva morire, proprio in quella zona, oltre 80.000 persone ogni anno.

I Leoni dello Tsavo, perciò, non furono altro che due delle tante vittime del colonialismo inglese in Africa. Animali obbligati, non per propria natura, a cibarsi di carne umana.