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Leumann villaggio a Collegno, Torino: la storia

Villaggio Leumann con segnaletica

ll Villaggio Leumann (o semplicemente Leumann, pronunciato Lojman) è un delizioso quartiere operaio edificato alla fine dell’Ottocento a Collegno, in provincia di Torino (in dialetto piemontese è chiamato Vilage Leumann). Questo luogo è nato dalla mente di un illuminato imprenditore tessile e f...

ll Villaggio Leumann (o semplicemente Leumann, pronunciato Lojman) è un delizioso quartiere operaio edificato alla fine dell’Ottocento a Collegno, in provincia di Torino (in dialetto piemontese è chiamato Vilage Leumann). Questo luogo è nato dalla mente di un illuminato imprenditore tessile e filantropo di origine svizzera, Napoleone Leumann (Lomello, Pavia, 1° marzo 1841 – Torino, 11 luglio 1930), il quale nell’ex capitale del Regno d’Italia, vantaggiosa dal punto di vista fiscale, nell’ambito della concessione dei terreni e di manodopera specializzata a costi ridotti per diventare almeno la nuova capitale dell’industria italiana, trasferì famiglia e la grande azienda per la lavorazione del lino che suo padre Isaac aveva rilevato a Voghera – comune in provincia di Pavia ancora prevalentemente agricolo –, trasformandola in un rinomato cotonificio.

Napoleone, che dal genitore aveva ereditato una mentalità aperta e moderna, pensava anche al benessere degli operai della propria fabbrica, così accanto ad essa fece costruire una sorta di villaggio, perché coloro che lavoravano per lui potessero essere già vicini al posto di lavoro senza essere costretti a grandi spostamenti e potessero vivere in condizioni dignitose.

Nel 1875 aveva acquistato con il padre un vasto terreno (circa 60.000 metri quadrati) nelle campagne circostanti il piccolo paese di Collegno, alle porte di Torino, e decise di impiantare proprio lì a nuova ditta. Era una posizione eccellente, perché dotata di canali irrigui (bealera del vicino paese di Grugliasco) e nei pressi della ferrovia di recente e moderna costruzione, che consentiva un rapido collegamento con Torino, la zona circostante e la Francia attraverso il tunnel del Frejus da poco costruito.

Il villaggio annesso alla fabbrica, terminato nel 1907, disponeva anche di spazi per il tempo libero, istituzioni sociali e previdenziali connesse armonicamente ed in modo efficiente con il lavoro. Napoleone Leumann riteneva che, avendo una migliore qualità di vita, i suoi operai potessero anche lavorare meglio, garantire al cotonificio una produzione migliore.

All’epoca sorsero altri luoghi analoghi in Lombardia e Veneto, ma il Villaggio Leumann in Piemonte è forse l’esempio più completo dal punto di vista storico, culturale e architettonico di come concepivano il lavoro alcuni imprenditori pionieri dell’epoca.

Purtroppo il cotonificio fu costretto a cessare la propria attività nei primi anni Settanta a causa della crisi che investì il settore tessile e di una gestione poco avveduta da parte degli eredi di Napoleone Leumann, ma circa un centinaio di ex dipendenti vivono ancora nelle 59 casette di mattoni marroni del villaggio con finestre verdi orlate di bianco, porte verdi ed un giardinetto condiviso attorno. Il tutto recintato da una staccionata.

Vennero gradualmente costruite anche una scuola elementare, una palestra, dei bagni pubblici, una chiesa cattolica dedicata a Santa Elisabetta (nome della madre del calvinista Napoleone Leumann), una cooperativa alimentare, una piccola stazione ferroviaria, una linea tranviaria con una piccola stazione, un albergo e il Convitto delle Giovani Operaie. Inoltre, all’interno dello stabilimento c’erano una mensa, un ambulatorio, un asilo nido ed un ufficio postale.

Il villaggio è talmente grazioso e ben strutturato, che è stato scelto anche come location televisiva: ricordiamo la fiction di Canale 5 “I Segreti di Borgo Larici” (2014) con Giulio Berruti, Serena Iansiti, Nathalie Rapti Gomez, Adalberto Maria Merli, Massimo Wertmüller ed Andrea Tidona. Giulio Sormani, padre di Francesco (interpretato da Giulio Berruti), il protagonista della fiction, era proprio un imprenditore tessile che aveva avuto l’intenzione di creare un villaggio operaio proprio come il Leumann (Borgo Larici).