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Libertà di stampa, Italia sale al 52esimo posto

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Libertà di stampa molto importante nel mondo. Ma non da tutte le parti viene rispettata. L'Italia ha guadagnato alcune posizioni passando al 52esimo posto

La libertà di stampa è un diritto che ogni Stato dovrebbe garantire ai cittadini e alle loro associazioni. Viene effettuata tramite gli organi di informazioni che vanno dai giornali, alla televisione passando per i provider internet e la radio. Viene, o almeno dovrebbe, esser garantita tramite alcuni diritti estesi.

Non in tutto il Mondo purtroppo questa viene garantita nel modo giusto, tutt’altro. Ci sono Stati dove è praticamente negata o comunque attaccata e quindi limtata appena questa vada contro le idee dei governatori. In Italia le cose non è che vadano benissimo anche se ultimamente, con l’ultima inchiesta di Reporters sans Frontieres, c’è stato un buon balzo in avanti.

L’Italia infatti ha guadagnato ben 25 posizioni. E’ passata dal 77esimo posto sino al 52esimo e, ovviamente, la speranza è che tale gradutoria veda risalire ancora di più il nostro paese. I problemi, ancora irrisolti, riguardano le “intimidazioni verbali o fisiche, provocazioni e minacce” oltre che le “pressioni di gruppi mafiosi e organizzazioni criminali”.

Se andiamo maggiormente a capire i motivi di questa posizione non ancora eccellente, ne troviamo anche uno alquanto singolare che punta il dito su un personaggio politico molto pubblico e ultimamente in voga. Se leggiamo quanto pubblicato infatto da Reporters sans Frontieres trovamo che c’è stato anche un particolare effetto dovuto a “responsabili politici come Beppe Grillo che non esitano a comunicare pubblicamnete l’identità dei giornalisti che danno loro fastidio”.

L’organizzazione che ha sede in Francia ha rivelato pure, nel suo report 2017, quanto la libertà di stampa in alcuni parti del Mondo sia del tutto effimera. Tantissimi sono i paesi in cui questa è seriamente minacciata. Sono addirittura 72, un numero impressionante per davvero, le nazioni in cui viene definita difficile o molto grave tra questi la Russia, la Cina, l’India, in quasi tutto il Medio Oriente, nell’Asia centrale e nell’America centrale e anche in oltre due terzi dell’Africa.

I paesi definiti neri sono invece ventuno. In questi la libertà di stampa è molto grave. Possiamo definire tali il Burundi, 160esimo posto ( su 180) nel monro second RSF, l’Egitto (161esima posizione) e il Bahrein (164esimo in classifica).

In fondo alla classifica, e non poteva esser altrimenti, c’è la Corea del Nord, poco sopra troviamo il Turkmenistan e l’Eritrea. Non possono assolutamente esultare neppure il Messico (147esimo) e la Turchia (155esima).

Se guadiamo il lato positivo dell’inchiesta di Reporters sans Frontieres troviamo in vetta a questa speciale graduatoria ancora i paesi del Nord Europa con la Norvegia che vola al comando. Superata la Finlandia che manteneva la prima posizione da sei anni e che è calata, si fa per dire, al secondo posto. L’ex capolista ha perso il primato a causa di “pressioni politiche e conflitti d’interesse”.