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Libia ancora nel caos, l’Isis attacca una prigione

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È arrivata ieri dalla Libia la notizia che un gruppo di miliziani vicini allo Stato Islamico avrebbe attaccato una prigione a Tripoli allo scopo di liberare alcuni detenuti. Secondo quanto ha riportato l’Ansa nel pomeriggio, uomini del Califfato avrebbero diffuso un comunicato in cui annunciav...

È arrivata ieri dalla Libia la notizia che un gruppo di miliziani vicini allo Stato Islamico avrebbe attaccato una prigione a Tripoli allo scopo di liberare alcuni detenuti.

Secondo quanto ha riportato l’Ansa nel pomeriggio, uomini del Califfato avrebbero diffuso un comunicato in cui annunciavano appunto di avere “attaccato un’area dell’aeroporto di Mitiga a Tripoli adibita a prigione e di essersi scontrati con le guardie” specificando anche che “un gruppo di mujaheddin dei cavalieri martiri ha assaltato la prigione per liberare i musulmani detenuti e sottoposti a tortura”.

Alcune fonti hanno parlato nell’immediato di almeno 6 morti, dei quali 3 sarebbero appartenenti del commando che ha portato l’attacco, mentre i rimanenti sarebbero guardie di Fajr Libya.

Proprio questa settimana il delegato delle Nazioni Unite Bernardino Leon ha annunciato di avere concluso la preparazione di un accordo per la formazione di un governo di unità nazionale che riunisca le due principali fazioni attive al momento in Libia, quella che fa capo al Parlamento di Tobruk e quella che, invece, fa capo al gruppo di Tripoli. Leon si è detto molto fiducioso, vantando di avere già raccolto l’approvazione informale di tutti i soggetti coinvolti, ma, almeno per il momento, la situazione non sembra essere cambiata.

I miliziani dell’Isis (che avrebbero preso il controllo già da qualche settimana della zona del golfo della Sirte) sono sempre più intraprendenti, come dimostra l’azione portata a termine a Tripoli.

Mentre però la comunità internazionale sta rivolgendo quasi per intero l’attenzione al problema della guerra in Siria, la Libia rischia di finire sotto il controllo del Califfato, che, a quel punto, potrebbe vantare una presenza fondamentale, sia dal punto di vista strategico, sia dal punto di vista economico, nell’Africa del Nord.

Come ha detto sin dall’inizio del suo lavoro lo spagnolo Bernardino Leon (che, peraltro, abbandonerà a breve la Libia perché il suo mandato è in scadenza), se in Libia non si trova un accordo, allora a vincere, prendendo il controllo del paese, sarà l’Isis.

Una lettura ovvia, ma che, finora, sembra non essere stata ascoltata a sufficienza.