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Locri: insulti agli sbirri sui muri dopo arrivo Mattarella

Mattarella discorso

Dopo la visita del capo dello Stato e il discorso contro la mafia sono comparsi insulti su una parete del palazzo del Vescovato di Locri. Gli insulti sono comparsi la notte di ieri, 19 marzo 2017, su una parete del Vescovato del capoluogo calabrese dopo che Sergio Mattarella, il nostro presidente d...

Dopo la visita del capo dello Stato e il discorso contro la mafia sono comparsi insulti su una parete del palazzo del Vescovato di Locri.

Gli insulti sono comparsi la notte di ieri, 19 marzo 2017, su una parete del Vescovato del capoluogo calabrese dopo che Sergio Mattarella, il nostro presidente della Repubblica, era venuto in visita in occasione della giornata del ricordo delle vittime e della lotto contro la mafia.

Le scritte dicevano ” niente sbirri più lavoro” e ” don Ciotti sbirro” e la scelta del luogo dello scempio non è stato, per ciò, probabilmente casuale dato che nel vescovato risiedeva il vescovo Francesco Oliva e in quei giorni era ospitato anche, proprio, Don Luigi Giotti, sempre in visita per la manifestazione contro le organizzazioni camorristiche, in quanto presidente di Libera, organizzazione che si occupa proprio della liberazione delle terre dalle mafie. Due figure perciò scomode nei confronti della ‘ndrangheta.

Quale è stato il messaggio di Mattarella?

Il discorso di Mattarella è stato molto severo nei confronti delle organizzazioni illegali mafiose e camorristiche definendo tra l’altro i mafiosi come uomini e donne senza onore. Inoltre si è rivolto ai familiari delle vittime esprimendo il suo sostegno e aggiungendo che “tutta l’Italia vi deve solidarietà’ per il vostro dolore, rispetto per la vostra dignità’, riconoscenza per la vostra compostezza, sostegno per la vostra richiesta di verità’ e giustizia. Per questo desidero dirvi che le vostre ferite sono inferte al corpo di tutta la nostra società’, di tutta l’Italia”.

Anche il vescovo di Locri, tuttavia, intervenendo sul Corriere della sera, non è stato meno severo parlando di una mentalità mafiosa difficile da estirpare senza una sinergia a livello formativo e culturale e di come la Chiesa stessa si deve assolutamente dissociare da ogni rapporto con la ‘ndrangheta.

Sono state probabilmente queste parole ad aver provocato la reazione del vandalo mafioso che ha imbrattato le pareti del palazzo vescovile dimostrando, ancora una volta, quanto forte sia la mafia in quelle regioni.

Entrambe le scritte sono state prontamente subito cancellate dagli operai del Comune di Locri ma la notizia in ogni caso ha fatto subito scalpore.