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Lucia Riina richiede il bonus bebè: negato dal comune di Corleone

Lucia Riina

Lucia Riina, figlia del famoso capo mafioso Totò Riina, ha fatto richiesta al comune di Corleone del bonus bebè, ma le è stato negato.

Lucia Riina e il bonus bebè

Non si sono ancora spente le ceneri della polemica sulla “morte decorosa” che spetterebbe allo storico boss della mafia, Totò Riina, che già ne scoppia un’altra. Una delle sue figlie, Lucia, è da poco diventata mamma e, dichiarandosi quasi indigente, ha fatto richiesta al comune di Corleone dell’assegno bonus bebè. A suo dire, infatti, “Siamo riusciti a dare forma e concretezza al mio sogno di bambina che era disegnare ed al nostro sogno di adulti, cioè creare un lavoro onesto, dignitoso, positivo ed espressivo-creativo” Lucia Riina è una pittrice e pubblicizza i suo quadri sul suo profilo Facebook. Ma tutte le proprietà, di cui in carcere continuava a vantarsi suo padre? Testuali parole di Totò Riina, tratte da un’intercettazione, sono “Io ho delle proprietà, queste proprietà metà sono divise ogni mese, ogni mese ci vanno… perché? Perché sanno che è mio nipote… sanno che è mio nipote… queste proprietà sono mie e di mio nipote, metà mia e metà di mio nipote” Non si è mai chiarito chi fosse il nipote.

Bonus negato

Ma, proprietà o non proprietà, il bonus bebè le è stato negato per diversi motivi. I commissari dell’amministrazione cittadina hanno addotto principalmente motivazioni burocratiche. La domanda compilata da Lucia Riina è risultata incompleta; mentre quella presentata in seguito da suo marito, Vincenzo Bellomo, è stata presentata oltre il limite concesso. Inoltre all’Inps non risulta che la figlia di Riina abbia diritto a sussidi. D’altronde, sempre da altre intercettazioni fatte in carcere, Totò Riina parlava così del suo status economico: “[…] se recupero pure un terzo di quello che ho sono sempre ricco” Per quanto, quindi, Lucia Riina si ostini a dire che, con suo marito, ha provato a costruirsi una vita nuova, per conto proprio e onesta, non le viene concessa piena fiducia.

Riina family life

Ogni figlio di Totò Riina, a suo modo, si è costruito una strada che è più o meno legata al destino del padre. Lucia pittrice e Maria Concetta che vive in Puglia sono le due donne che (almeno in apparenza) si sono dedicate alla propria famiglia. Degli uomini, Giovanni sta scontando l’ergastolo e Salvo ha l’obbligo di soggiorno a Padova. Ma quest’ultimo è il più attivo di tutti: col suo libro, Riina family life, sta diffondendo un’apologia della famiglia mafiosa più conosciuta al mondo. Attualmente la biografia di famiglia di Salvo è stata tradotta e venduta anche in Romania e Spagna. Come si poteva ben prevedere, nel libro non si fa cenno ad ammissioni di colpa, anzi ci si azzarda quasi a professione di innocenza. In parole povere, tutti i figli di Totò Riina sono portati contemporaneamente da una forza centrifuga che prova a staccarli dal nucleo centrale e una centripeta che, qualsiasi cosa facciano, li riporta violentemente verso il capofamiglia.

(Per altre notizie dalla Sicilia, vedi “Siracusa: mandato di arresto per il colonnello Gdf, accusa di corruzione“)