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Luigi Di Maio candidato Premier: "Se vorranno, ci sarò"

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Nel corso di una intervista rilasciata a Radio Capital, Luigi Di Maio ha parlato della possibilità di essere un candidato Premier.

Nel corso di una intervista rilasciata al programma radiofonico “Circo Massimo” su Radio Capital, Luigi Di Maio ha parlato della possibilità di essere un candidato Premier.

Le parole di Di Maio sulla possibilità di essere un candidato Premier

Intervistato nel corso del programma radiofonico “Circo Massimo” in onda su radio Capital, Luigi Di Maio ha parlato della possibilità di essere incoronato come candidato Premier: “Ho sempre detto che se i nostri iscritti vorranno individuare me come candidato Premier ci sarò. Faremo le votazioni degli iscritti le prossime settimane e proclameremo questo nome. Non sarà nè una incoronazione né un’investitura, dal giorno dopo non vediamo l’ora di presentare il nostro programma al Paese e faremo conoscere agli italiani tutti i nostri candidati ministri. Di ministri ne parleremo dal 25 settembre, non voglio fare fantacalcio. Siamo sempre stati una grande squadra, i nomi dei ministri saranno scelti dal candidato premier. I prossimi sei, sette mesi saranno uno spartiacque per l’Italia: con le politiche tra febbraio e aprile si deciderà se l’Italia sarà ancora governata da chi l’ha ridotta in questo modo”.

Di Maio ha negato la possibilità di una eventuale alleanza con la Lega: “Io sono di Napoli: Salvini era uno di quelli che diceva ‘Vesuvio lavali col fuoco’. Quindi di affine con Salvini non ho niente“.

Sulle promesse nel caso in cui il Movimento 5 Stelle venisse eletto al governo: “Se andremo al governo faremo una seria spending review per tagliare le spese inutili, la nostra legge sul reddito di cittadinanza si alimenta con la rimodulazione delle spese inutili a partire dalle pensioni d’oro, passando ai tagli alla Pa e altri settori altamente inquinanti. Poi però dobbiamo dircelo: non si può governare il Paese solo tagliando le spese inutili. Ma investendo sulla smart nation e l’innovazione tecnologica”.

La linea di Di Maio sull’euro

Nel corso della stessa intervista, Di Maio ha spiegato la posizione del M5S nei confronti dell’euro: “Nel 2014 ci siamo candidati al Parlamento europeo con un programma che chiedeva all’Ue che se non ci avessero ascoltato su alcuni principi fondamentali economici (investimenti nel settore energia, fiscal compact) allora non ci sarebbe rimasto altro che chiedere ai cittadini di esprimersi sulla permanenza nella Ue. Da Macron ai leader di altri Paesi a cominciare dalla Spagna sento parole critiche sui trattati europei”.

E poi sull’argomento euro ha concluso: “Allora dico, invece di ricorrere al referendum per il quale ci vuole una apposita legge che richiede molto tempo, mettiamo sul tavolo queste critiche comuni e diffuse per farle diventare realtà. Il tema è anche quello dell’olio tunisino e delle arance marocchine, ma sono solo esempi. L’Unione Europea era un’idea per mettere insieme i mercati e proteggerli come Ue. Poi sono stati aperti ai cinesi, alla Tunisia, al Marocco, al Canada. e così è iniziato il massacro dei nostri prodotti”.

Una battuta sul tema immigrazione: “Sono contento del fatto che sul tema dell Ong il Ministro Minniti abbia seguito ciò che proponevamo. Mi spiace che non sia stata approvata la legge proposta dal nostro deputato Bonafede per consentire la presenza della polizia giudiziaria sulle navi. Ma Minniti ha fatto più di due mandati e quindi non può fare il ministro di un nostro governo. Ma sul tema dell’immigrazione l’Italia non si è fatta rispettare dalla Ue”.