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Luigi, l'ispettore di polizia picchiato a sangue: "Non riconosce neanche se stesso"

Luigi Licari

Luigi Licari, il vigile urbano pestato a sangue dal branco è uscito dal coma. Ma ora non riconosce più nemmeno se stesso e non può parlare.

Brutte notizie per Luigi Licari, il vigile urbano aggredito a Catania in data 2 settembre. Era stato picchiato a sangue da un branco per non aver fatto passare un ciclomotore in una zona a traffico limitato. Il vigile urbano ha trascorso un periodo in coma. Ora si è risvegliato e sembra non essere più in pericolo di vita. Al momento, però, è incapace di parlare, di reagire o di ricordare cosa sia successo. Non riesce nemmeno a riconoscere se stesso, ed il tutto addolora immensamente i suoi familiari. Le ferite hanno provocato all’ispettore Licari dei gravi deficit cognitivi. Tutto ciò lo rende incapace di relazionarsi con il mondo esterno o di prendersi cura di se stesso.

L’accaduto

Lo scorso 2 Settembre, Luigi Licari è stato aggredito durante l’adempimento delle sue mansioni lavorative. Il vigile urbano si sarebbe rifiutato di far circolare un ciclomotore all’interno di una zona a traffico limitato. Il tutto è avvenuto a Catania. Il giovane motociclista, è ritornato poco dopo essere stato fermato, insieme ad un gruppo di amici. Secondo quanto viene riportato da Fanpage.it, l’aggressione è avvenuta per mano di un “branco” di ragazzi e ragazze. L’ispettore sarebbe stato buttato a terra, pestato e preso a colpi di casco. Il tutto mentre era assolutamente incapace di difendersi. Luigi Licari è stato portato d’urgenza all’Ospedale Cannizzaro di Catania, dove è stato immediatamente trasferito in Reparto Rianimazione. Qui, ha subito un intervento per emorragia cerebrale, provocata dai colpi di casco in testa. Ad indagare sul caso è la squadra mobile della Polizia.

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Luigi Licari ridotto come un bambino

Le condizioni attuali di Luigi Licari, infatti, sono terribili. Non è in grado di parlare, riconoscere o prendersi cura di se stesso. E’ ridotto alle condizioni di un bambino, ed oltre al danno economico, la famiglia si trova a dover affrontare anche un danno morale e psicologico. Lo sguardo del vigile rimane per ore fisso nel vuoto, con un’aria totalmente inespressiva impressa in volto. Non fa che dormire e lamentarsi dei dolori che lo affliggono. La famiglia sembrava aver sperato in uno spiraglio di luce quando aveva assistito ad un piccolo “miracolo”. Gli unici nomi che Luigi ha riconosciuto sono, infatti, Mimma, Cosimo, Rosalia e Carlo, cioè la moglie ed i figli. Ma tutto il resto, per Luigi, rimane avvolto nel buio più totale, e tutto alimenta lo sconforto nella famiglia Licari.

La famiglia distrutta

Luigi Licari è tato attualmente trasferito al Centro di Riabilitazione di Cefalù. Il centro si trova in provincia di Palermo, a circa 180 kilometri da Catania, dove vive la famiglia Licari. Ogni giorno, i parenti del vigile urbano sono costretti a percorrere lunghe distanze per prendersi cura o far visita al povero Luigi. All’interno della stanza, però, è consentito l’ingresso ad una persona soltanto per tutta la giornata. Le spese di viaggio, vitto ed eventuale alloggio sono, ovviamente, tutte a carico della famiglia Licari. La famiglia può usufruire di uno stipendio di circa 750 euro mensili. Lo stipendio percepito da Luigi, infatti, svanisce fra cessione del quinto, finanziamenti ed un mancato compenso accessorio. Sempre secondo quanto viene riportato da Fanpage.it, i suoi cari si trovano dunque a dover fronteggiare delle spese non indifferenti. Per sostenere la famiglia, è possibile versare un contributo su un conto corrente aperto appositamente.

Il sostegno delle autorità

A sostenere Luigi Licari e tutta la sua famiglia, sono intervenuti prontamente vari organi statali. Sul caso sta infatti già indagando la squadra mobile della Polizia. L’aggressore, Orazio Di Grazia è stato preso in arresto. L’accusa è quella di lesioni personali gravissime. Tuttavia, ciò non soddisfa il fratello di Luigi, Matteo Licari, convinto della volontà del branco di uccidere il vigile. Matteo Licari, inoltre, chiede che vengano fatte delle indagini che possano ricondurli agli altri membri del gruppo, in quanto sono stati complici attivi nell’aggressione. Si tratta quindi di una “banda di assassini” a piede libero. “Insieme a Luigi, è stato colpito lo Stato”: ecco le parole rivolte alla famiglia Licari dalle massime autorità politiche statali.

L’intervento del Sindaco

Sull’accaduto si è espresso anche il sindaco di Catania, Enzo Bianco. Ecco cosa ha affermato in un post sulla sua bacheca Facebook. “É un episodio di delinquenza aggravato dalla insopportabile incapacità di alcuni catanesi di rispettare normali regole del vivere civile come un divieto di transito o di sosta. Tutto questo è inaccettabile. Occorre individuare i responsabili del tentato omicidio di ieri sera, condannarli in modo esemplare, far sì che scontino la pena.” Il primo cittadino Catanese ha giudicato l’accaduto come “un episodio inaudito di violenza e inciviltà.” E’ chiaro il suo sostegno al lavoro del vigile, ed infatti aggiunge: “L’aggressione è nata semplicemente perché il nostro vigile ha impedito l’ingresso ad un ragazzo in motorino, per di più senza casco “