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Luoghi abbandonati a Milano, anche vicino al centro storico

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Non solo nel resto del mondo, anche le grandi città italiane sono davvero colme di luoghi abbandonati. Fra le città più grandi, Milano ne presenta diversi e tutti a pochi passi dal centro storico. In questo articolo vi mostrerò una lista di alcuni di questi edifici, punterò sui più noti e mis...

Non solo nel resto del mondo, anche le grandi città italiane sono davvero colme di luoghi abbandonati. Fra le città più grandi, Milano ne presenta diversi e tutti a pochi passi dal centro storico. In questo articolo vi mostrerò una lista di alcuni di questi edifici, punterò sui più noti e misteriosi.

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Iniziamo con Le Scuderie De Montel. Fra le scuderie più prestigiose in Italia, in diretta concorrenza con quelle leggendarie di Federico Tesio, si trovano proprio di fronte allo stadio di San Siro. Dell’atmosfera da Belle Epoque che lo stile liberty evocava non è rimasto quasi nulla, già con l’arrivo del fascismo e delle legge razziali la struttura iniziò il suo degrado, il culmine si ebbe con egli anni Ottanta, col passaggio di proprietà al Comune nell’ambito di una grossa lottizzazione. Ora solo muri e tetti pericolanti caratterizzano l’edificio, nemmeno il più costoso dei piani di riqualificazione riuscirebbe a riportare le Scuderie agli antichi fasti.

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Un altro luogo molto importante, che ormai versa in completo degrado è il teatro lirico di Milano, già teatro della Cannobiana. Fu inaugurato nel 1779 e negli anni fu teatro di prime importanti come quella dell’Elisir d’amore di Gaetano Donizetti nel 1832. Chiuso al pubblico per quasi vent’anni, dal 1999, partono ufficialmente i lavori di restauro.Un restauro conservativo, che prevede anche l’adeguamento degli impianti, la rimozione dell’amianto e l’abbattimento delle barriere architettoniche. Nel 2003 è stato dedicato a Giorgio Gaber, e da cui prenderà il nome Teatro Lirico Giorgio Gaber.

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L’edificio dell’Acqua Potabile all’interno del Parco Trotter tra via Padova e via Giacosa è dismesso dal 1969 a causa dell’abbassamento della falda acquifera. Per lungo tempo è stato senza tetto e invaso dalla vegetazione. Nel 2012 è stato fatto un intervento di messa in sicurezza e di posa ex novo del tetto, andato completamente distrutto e ricostruito secondo il disegno originale. Il casotto di 800 metri quadrati, disposto su due piani non ha però ancora trovato nuova vita.

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La casa degli artisti, in Corso Garibaldi 89, fu progettata nel 1909 per ospitare ateliers d’arte per scenografi, scultori, pittori e fotografi. Venne espropriata dal Comune di Milano trent’anni dopo, per attuare un intervento di riqualificazione delle case adiacenti e del quartiere di Brera. Lo scoppio della seconda guerra mondiale bloccò i lavori e il progetto venne accantonato. Tornò in vigore nel 1978 grazie ad artisti quali Luciano Fabro, Hidetoshi Nagasawa, e la critica e storica dell’arte Jole De Sanna. Questo nuovo progetto, anch’esso chiamato Casa degli Artisti, cercò di essere un fiorente contenitore di nuove giovani idee e ricerche artistiche. Dopo la scomparsa prematura di Jole De Sanna e Luciano Fabro, la Casa fu sgomberata e cessò la sua attività nel 2007. Nel 2015 il Comune di Milano ha previsto una riqualificazione e rinascita degli ateliers.

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La Galleria della Moda collega via Boscovich e via Cappellini. È uno spazio deserto a cielo aperto. I grandi spazi commerciali e gli scantinati sono immensi labirinti vuoti. Si sviluppano in altezza otto piani di garage su un lato e di appartamenti e uffici sull’altro lato. Il tutto ovviamente abbandonato. Un deserto urbano in pieno centro, ma non è sempre stato così. Dopo 30 anni di onorato servizio, durante i quali la Galleria della Moda era considerata il regno dei grossisti, nel 2000 è cominciato un processo di smantellamento. Senza nessun intervento per cambiare il corso delle cose e salvare la Galleria.

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Compreso tra viale Jenner e il parco Nicolò Savarino, l’Ospedale Agostino Bassi è anche noto come l’ospedale degli infettivi, costruito dopo l’epidemia di vaiolo del 1833. Dagli anni Settanta è diventato letteralmente terra di nessuno, fino al ‘96 quando è paradossalmente risultato di proprietà dell’Asl. Lungo il muro di cinta dell’antico ospedale si alternano i cancelli pieni di divieti dell’Asl, che qui ha un centro per le malattie sessualmente trasmissibili, e di lucchetti che mostrano una giungla. Un luogo a cui spetterebbe un restauro in stile liberty e su cui si sommano tante idee di riqualificazione, tra cui un museo della salute. Anche se il primo passo sarebbe senza ombra di dubbio una bonifica, che spetterebbe ai legittimi proprietari.

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Per concludere, anche se ce ne sarebbero purtroppo troppi di luoghi pieni di storia abbandonati a loro stessi, dedicheremo uno sguardo a Villa Trotti. In via Passerini 13, la villa è probabilmente del XVII secolo e fu di proprietà della famiglia dei Marchesi Trotti fino all’inizio del ‘900. Venne ceduta in seguito alla famiglia Girola. Si tratta di una tipica casa signorile di campagna dalla forma squadrata, con tanto di parco con viale d’accesso verso sud. Nel complesso erano presenti anche le abitazione dei fattori che lavoravano alle dipendenze dei Trotti. Ora la villa è in grave stato di degrado, ed è molto probabile possibile una sua demolizione malgrado il grande valore storico e di pregio nel quartiere Niguarda.