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Lutto nel cinema. Morto a 88 anni Gastone Moschin

Gastone Moschin

Con Gastone Moschin, scomparso a 88 anni, se ne va l'ultimo personaggio dei mitici Amici Miei, la serie di film che ha consacrato la commedia all'italiana

Gastone Moschin, 88 anni, è morto stamani in un ospedale di Terni dove era ricoverato da qualche giorno. Era nato l’8 giugno 1929 a San Giovanni Lupatolo, in provincia di Verona. Attore teatrale e grande interprete della commedia all’italiana, era diventato un’icona interpretando l’architetto Melandri in Amici Miei.

Gastone Moschin, il teatro e il cinema

Gastone Moschin aveva iniziato la sua carriera d’attore lavorando in teatro, prima allo stabile di Genova e di Milano, poi con una compagnia personale. E’ tuttavia con il cinema che Moschin ha raggiunto la notorietà. Dal teatro aveva acquisito una grande qualità: quella versatilità, che avrebbe caratterizzato tutta la sua carriera. Moschin era a suo agio in tutti i ruoli, da quelli drammatici a quelli leggeri e scanzonati leagati alla commedia all’italiana. Diretto da alcuni dei più grandi registi italiani (da Anton Giulio Majano a Monicelli, da Nanni Loi a Sergio Corbucci), Gastone Moschin aveva iniziato a recitare davanti alla cinepresa alla metà degli Anni Cinquanta. Inizialmente, in commedie, poi segnalandosi anche in ruoli drammatici.

I premi e la consacrazione internazionale con Francis Ford Coppola

Tanti i riconoscimenti avuti in carriera da Gastone Moschin. Come miglior attore non protagonista vinse due Nastri d’Argento. Il primo nel 1967 per il film Signore & Signori, diretto da Pietro Germi. Il secondo nel 1986, per il terzo episodio di Amici Miei, con Nanni Loi dietro la cinepresa. Interprete di decine di ruoli, Gastone Moschin ha avuto la sua consacrazione internazionale nel 1973. Francis Ford Coppola lo chiamò sul set de Il Padrino parte seconda per interpretare don Fanucci. Il giovane Vito Corleone (interpretato da Robert De Niro) lo ucciderà e prenderà il suo posto come “riferimento” della mafia a New York. Gastone Moschin ha interpretato anche don Camillo in un film girato nel 1970 (Don Camillo e i giovani d’oggi). Gastone prese il posto di Fernandel, appena scomparso dopo una malattia. Una curiosità: nel film non appare neanche l’altro volto storico della serie: Gino Cervi, Peppone, aveva preferito non girare il film dopo la malattia e la morte di Fernandel e la parte venne affidata a Lionel Stander.

L’architetto Melandri

Il volto e la voce di Gastone Moschin resteranno sempre legati al personaggio dell’architetto Rambaldo Melandri. Sognatore e incline a innamoramenti folli e surreali, Melandri è protagonista di tante scene esilaranti del film. Gli scherzi e le zingarate della saga che ha segnato la fase più matura della commedia all’italiana hanno lasciato un segno indelebile nel cinema e nella cultura. Tanti i modi di dire e battute rese immortali nei tre capitoli del film. Per non parlare delle “supercazzole sprematurate” e dei “tarapia tapioca come se fosse antani” dette con convinzione e spavalderia. Nel secondo episodio, tocca proprio al Melandri-Moschin recitare la battuta che rappresenta la sintesi del film: “Cos’è il genio? E’ fantasia, intuizione, colpo d’occhio e velocità d’esecuzione”. La battuta era già stata del Perozzi (Philippe Noiret), nel primo capitolo della trilogia.