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Martese Il paese fantasma della provincia di Teramo

Martese

Martese è un paesino della provincia di Teramo, appartenente alla frazione di Rocca Santa Maria, situato a quota 1000 metri, su una formazione rocciosa che si affaccia sulla valle del Tordino. Molte delle case, con ogni probabilità, risultano costruite nel XIX secolo, anche se la datazione è ince...

Martese è un paesino della provincia di Teramo, appartenente alla frazione di Rocca Santa Maria, situato a quota 1000 metri, su una formazione rocciosa che si affaccia sulla valle del Tordino. Molte delle case, con ogni probabilità, risultano costruite nel XIX secolo, anche se la datazione è incerta. All’inizio del XIX secolo Martese risultava abitato da 62 persone, numero ridotto a 50 intorno al 1840. Alcune datazioni sono reperibili dalle architravi, che riportano una l’anno 1772, un’altra l’anno 1856. Nonostante ciò, sembra che il nucleo interno della città risalga addirittura al periodo medievale. Poco si sa sulla storia di questo angolo dimenticato: certo è che nel 1668, durante un tentativo di repressione del brigantaggio, il paesino è stato aggredito dagli spagnoli, ma è riuscito a resistere. Gran parte delle case ha resistito all’attacco, insieme alla chiesa consacrata a Santa Lucia, che ad oggi risulta però essere crollata quasi completamente. La struttura del borgo è molto classica: una quindicina di case, ammassate l’una sull’altra, quasi a non voler sprecare troppo spazio, mentre la chiesa è situata nel punto più alto dello sperone di roccia, sovrastando il paesaggio. Martese è stato inserito in un progetto per la restaurazione di alcuni borghi tipici della zona, curato dall’Amministrazione provinciale di Teramo, dunque ad oggi è diventato una sorta di cantiere a cielo aperto. Una gigantesca gru, così innaturale rispetto al meraviglioso paesaggio di montagna, svetta ora al centro del paese, ma i lavori sembrano essersi fermati. Martese è così rimasto immobilizzato in quel limbo tipico dei cantieri inutilizzati, che tendono contemporaneamente in due direzioni opposte: al rinnovo, da una parte, e alla rovina, dall’altra.