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Massaggi Cinesi Genova

massaggi cinesi

I centri di massaggi cinesi stanno fiorendo un po' ovunque. A Genova il numero è in netta ascesa, ma cosa avviene all'interno di queste strutture? Ecco una testimonianza.

Genova come Milano o Berlino. Il business dei ristoranti cinesi è in calo, e, al loro posto, fioriscono i centri di massaggi cinesi. Può succedere anche questo. Cosa avviene, allora, dentro a quelle sale illuminate con luci al neon? Leggiamo qualche testimonianza.

I massaggi cinesi Genova

La scena si svolge in uno dei circa 130 locali di massaggi cinesi che a Genova spuntano come i funghi. Jenny – dice di chiamarsi così – è cinese, massaggia con fare lento e mirato. Prima la schiena, poi il torace, poi le gambe, sempre più vicino alle parti intime. La camera è semplice, le pareti sono colorate di rosa, il lettino al centro, alle pareti i soliti quadri di donne cinesi, un fiore di plastica sul tavolino e due o tre boccette di oli e creme.

L’extra

Quando l’ora sta per finire, Jenny chiede se deve continuare a massaggiare. Indica i genitali e con le dita mima il gesto dei soldi. In gergo si chiama «extra». Quanto? «Cinquanta eulo», spara. «Troppo». «Quaranta?». «No, non ho soldi, la prossima volta magari», rispondiamo. E dato che il prezzo del massaggio comprende anche il bagno in vasca, Jenny, un po’ delusa, dice di seguirla. Scivoliamo nella tinozza, l’acqua è bollente. Ricomincia il massaggio – lavaggio. È come essere lavati dalla mamma da piccoli. Lei però non è una mamma e si riavvicina alle parti intime, sorridendo con malizia. I movimenti sono inequivocabili. Il gesto della mano fa capire qual è l’obiettivo. «No, grazie, te l’ho già detto, non ho soldi…». «Ma è gratis, regalo della casa», risponde seccata e decisa a portare a termine il lavoro. Dobbiamo prenderle la mano, fermarle il braccio per bloccarla.

L’happy-ending

Può succedere anche questo, duranti i massaggi cinesi a Genova. Che Jenny non riesca a farsene un ragione. Molti uomini, dice, vanno lì per il massaggio con lo “special”, la sorpresa finale, l’happy-ending, come lo chiamano i frequentatori di centri . L’happy-ending è una sorta di prestazione sessuale nascosta, mascherata dai fiori, dai pannelli rosa, dai lettini tutti uguali, dagli odori di unguenti, dalle parvenze di massaggi. È l’extra che intasca la signorina. Il postmassaggio, che gli internauti – quelli che si scambiano recensioni e informazioni sulla rete – chiamano falegnameria o raspa (masturbazione) o chupa-chupa (sesso orale). Rapporti completi, no. Almeno non nei centri. Quello dipende dalla frequenza, dalla capacità del singolo di riuscire a creare un contatto con la ragazza.

I tipi di massaggio

Diamo un’occhiata alla lista dei prezzi dei massaggi cinesi, impressi a grandi caratteri sulla porta d’ingresso: 30 euro un’ora di massaggio rilassante, il rassodante 20, la pedicure speciale 20. Entriamo. Ci ricevono tre ragazze. «Fare massaggio? Prego. Prima volta?», e indica con la mano la stanza. L’arredo è quello standard, pareti rosa, luci basse. Il locale è piccolo, ma ben tenuto, al centro un lettino che fa molto sala operatoria. La massaggiatrice srotola un telo di carta e fa il buco dove inseriremo il volto a testa in giù. «Prego», la ragazza ci offre il perizoma d’ordinanza. Esce, rientra subito. Chiusa la porta dice a bassa voce: «Un’ora 30 euro, ma con 50 fare massaggio a quattro mani. È più rilassante».

Il massaggio a quattro mani

La ragazza del centro massaggi cinese dice di chiamarsi Lisa, da tre mesi in Italia, parla la lingua come quasi tutte le altre: pochissimo. Accettiamo il quattro mani. Un’altra cinesina entra proprio mentre Lisa ci stava alzando le gambe all’altezza delle sue spalle. E tocca, strofina di qua e di là. L’altra massaggia il torace e la testa, ride, fa qualche domanda («quanti anni hai? Sei sposato?») e lancia l’offerta del giorno: «Io fale soli 5 minuti di thainlandese, glatis. Ok?». Che sarà mai? Lo capiamo subito: un massaggio alle parti intime. Alla fine arriva la domanda, l’extra. «Ancora massaggio?». No grazie. Sarà per la prossima volta.

Come funzionano i centri massaggi cinesi

Nei centri orientali si lavora tutti i giorni. Non c’è la pausa. Ma è sempre meglio che lavorare 12 ore di filata in un ristorante. O rovinarsi le mani in una pelletteria. I guadagni sono più alti. Se una ci sa fare, può ricavare duemila euro al mese. La Via del Campo cantata da Faber ormai è solo un romantico ricordo.