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Massimo Bossetti: "In appello avrò giustizia"

Yara

Nella giornata di domani inizierà il processo di secondo grado contro Massimo Bossetti. Ma l'uomo comunque appare abbastanza tranquillo

Nella giornata di domani comincerà il processo di secondo grado contro Massimo Bossetti, condannato all’ergastolo quasi un anno fa con l’accusa di aver ucciso la piccola Yara Gambirasio. L’uomo si dichiara comunque tranquillo.

Massimo Bossetti tranquillo in attesa del processo: le sue parole pronunciate durante un incontro con i legali

Si dimostra tranquillo Massimo Bossetti alla vigilia del processo di secondo grado che inizierà domani. L’uomo, accusato di aver ucciso la piccola Yara Gambirasio, durante uno degli ultimi incontri avuti nei giorni scorsi con i suoi legali ha ripetuto più volte di essere sereno e “convinto che in appello potrò avere finalmente giustizia”. Bossetti, come successo nel processo di primo grado a Bergamo, sarà in aula anche a Brescia.

Anche uno dei legali del muratore di Mapello, Paolo Camporini (che lo assiste assieme all’avvocato Claudio Salvagni) ha raccontato le sensazioni che ha avuto dal recente incontro avuto con Bossetti: “L’ho visto lo scorso 15 giugno quando ho depositato a Brescia i motivi aggiunti all’atto d’appello è concentrato, teso perché si parla della sua vita, ma è fiducioso che stavolta possa arrivare finalmente giustizia, perché confida molto nell’appello”.

Caso Yara Gambirasio: la difesa di Bossetti ha delle nuove prove

Sul caso della povera Yara Gambirasio potrebbe esserci una svolta. I legali di Bossetti, l’uomo accusato di aver ucciso la bambina, nei motivi dell’atto di appello hanno aggiunto anche “una fotografia satellitare scattata il 24 gennaio 2011 che ritrae la zona del campo di Chignolo d’Isola dove successivamente, il 26 febbraio, è stato trovato il corpo della ragazzina. Ma il cadavere quel giorno di fine gennaio non era là”.

Quindi secondo Claudio Salvagni, l’avvocato dell’uomo, “la sentenza va riscritta, perché l’accusa e i giudici hanno sostenuto che Yara scomparve e venne uccisa il 26 novembre 2010 e il cadavere restò in quel campo per tre mesi”.

In particolar modo, questa nuova prova è stata depositata lo scorso 15 giugno dalla difesa di Bossetti alla Corte d’Assise d’appello di Brescia, dove domani comincerà il processo di secondo grado. Inoltre, la foto di cui abbiamo parlato in precedenza è stata accompagnata anche da una richiesta da parte degli avvocati di Bossetti di effettuare una maxi perizia su più diversi elementi, tra cui anche quello del DNA. Per questo motivo, i legali hanno assunto come consulente Peter Gill, che è uno dei “padri fondatori” della genetica forense.