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Matteo Renzi a tutto campo a Politics: dal referendum al Pd a Roma

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Ospite ieri sera alla trasmissione Politics, il premier Matteo Renzi ha parlato dei principali temi dell'attuale panorama politico italiano. Il presidente del Consiglio Matteo Renzi è stato ospite ieri sera della trasmissione Rai Politics e, nel rispondere alle domande postegli, ha parlato dei pri...

Ospite ieri sera alla trasmissione Politics, il premier Matteo Renzi ha parlato dei principali temi dell’attuale panorama politico italiano.

Il presidente del Consiglio Matteo Renzi è stato ospite ieri sera della trasmissione Rai Politics e, nel rispondere alle domande postegli, ha parlato dei principali temi che animano il dibattito politico di questo momento, a cominciare dalle possibili fratture all’interno del Pd e fino al referendum costituzionale del prossimo 4 dicembre.

Referendum costituzionale e minoranza Pd

A proposito del referendum costituzionale, Renzi ha esordito ricordando di avere fatto “contro natura una proposta di mediazione ulteriore” (il riferimento è alla relazione tenuta al direttivo Pd, in cui il premier ha avanzato l’ipotesi della composizione di una commissione che si occupi della legge elettorale). La reazione della minoranza, che si è detta insoddisfatta della proposta e ha chiesto delle garanzie più esplicite, sembra non avere smosso Renzi. “Se non si fidano” ha spiegato riferendosi ai suoi oppositori interni al partito, “fanno bene a votare no, se hai cambiato idea avrai i tuoi motivi, io da segretario faccio di tutto per tenere tutti in squadra. Ma siamo un partito democratico e meno male”.

In generale, Renzi si è detto convinto che “la stragrande maggioranza del Pd voterà sì, alcuni hanno dubbi e lo rispetto. Penso sia contraddittorio aver votato sì in parlamento e ora dire no, ma penso anche che un cittadino a casa sia capace di farsi un’idea nella propria testa. Non votano le correnti”.

I rapporti con Bersani e Marino

Circa l’ipotesi di un eventuale fuori uscita di Pier Luigi Bersani dal Pd, Renzi ha detto di non essere intenzionato a rompere con il collega di partito. “Decideranno gli elettori del Pd a chi dare la guida del partito con il congresso”, ha spiegato il premier, “nel 2017, entro l’8 dicembre, ci sarà il nuovo congresso Pd. Chi avrà un voto in più vincerà, chi uno in meno farà opposizione”. Renzi ne ha poi approfittato per sottolineare che ogni eventuale tensione interna al Pd non c’entra con il referendum.

Riguardo invece la vicenda di Ignazio Marino, Renzi ha dichiarato di non sentirsi in alcun modo in obbligo di scusarsi con l’ex sindaco di Roma. “Il sindaco Marino si è dimesso” ha dichiarato Renzi, “poi ha cambiato idea e a quel punto i consiglieri del Pd si sono dimessi loro. Non so se questa scelta sia collegata agli scontrini, ma non credo”, “su Marino il problema erano gli autobus, le buche e i rifiuti. Spero che Raggi, Appendino o De Magistris vadano bene, perché sono italiano, ma certo a Roma non mi sembra che le cose vadano meglio”.