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Max Sardella racconta i calciatori ai tempi dei social: da Ciciretti a Evra e Dani Alves

max sardella

Max Sardella, il social media manager dei calciatori si racconta ai microfoni di Notizie.it. Ecco cosa ci ha svelato.

I social media da qualche anno a questa parte sono diventati lo specchio della comunicazione di molte personalità illustri. Come per i politici allo stesso modo i calciatori sembrano aver bisogno sempre di più di uno staff che gli curi la comunicazione. I social non rappresentano soltanto l’occasione di dire la propria opinione in libertà ma devono essere anche il mezzo attraverso il quale l’utente riesce a comunicare il proprio valore ai followers creando così un legame unico.

L’intervista a Max Sardella

Max Sardella, il social media manager dei calciatori ha raccontato la sua esperienza ai microfoni di Notizie.it.

In che modo i social media sono entrati a far parte della vita dei calciatori?

Sono entrati a far parte tanto della vita dei calciatori soprattutto se pensi che ci sono degli atleti che a fine primo tempo purtroppo controllano anche il cellulare. Quello che dico sempre io è che per avere successo nel calcio un calciatore non deve solo giocare, se vuole un’immagine che duri nel tempo un calciatore deve pianificare una strategia digitale (anche offline) che sostenga la sua immagine. Per sostenere questa immagine l’atleta deve creare un seguito di fan appassionati, deve trasformare i suoi tifosi in fan, deve dare valore ogni giorno alla vita dei suoi tifosi perchè oggi magari il “calciatore x” gioca nel Milan ma se domani andrà a giocare in un’altra squadra dovrà riuscire a conquistare i suoi tifosi e trasformarli in fan e farli appassionare alla propria immagine al di là del colore della propria maglia.

Ormai i calciatori di oggi sembra aver bisogno di uno staff che gli curi la comunicazione. C’è un aneddoto legato alla tua esperienza in questo settore?

Oggi la comunicazione social è diventata una splendida realtà e ne sono contento: quando io ho iniziato nel 2008 ci prendevano un po’ tutti per matti… è anche normale perchè la tecnologia all’epoca non era ancora tanto sviluppata. Ti posso raccontare un aneddoto divertente: quando con Amato Ciciretti decidemmo di aprire l’account twitter lui mi disse che le sue più grandi passioni erano il calcio e i tatuaggi, così appena sbarcati sul social network, scherzando, facemmo una scommessa “Se raggiungi i 500 followers ti tatui il logo di twitter” e lui mi rispose di si! Questa è la meraviglia! Lui ama davvero tanto i tatuaggi, c’è scritto anche nella sua bio. Un altro aneddoto invece è legato a Mirko Vucinic e alla sua esultanza: il pollice all’insù non era nient’altro che un like a tutti quelli che lo sostenevano in campo e sui social.

Prendendo il caso di Patrice Evra, come si può far cambiare l’opinione del pubblico dopo il gesto orribile che ha commesso in campo (calcio in faccia al tifoso) attraverso l’utilizzo dei social?

Ne parlavo qualche giorno fa con degli amici e anche con dei calciatori. E’ pazzesco! Per tanti mesi Evra ha propagandato sui social lo slogan “I love this game”, si è posizionato con il concetto “amo questo gioco” presentandosi come un calciatore di spessore e di valore, poi il campo ti condanna. Io dico che può succedere, siamo umani. Secondo me tra qualche mese si saprà fa perdonare, colpa della foga del campo. L’unica cosa che potrebbe fare è far ricredere pian piano tutti quelli che non credono più che lui sia un calciatore di spessore e di valore.

Da una fascia all’altra, Dani Alves è uno dei calciatori più attivi sui social media. A cosa deve il suo successo su Instagram e Facebook?

I brasiliani sono un po’ più avvantaggiati di noi per due motivi: si divertono sempre e sono davvero tanti. Quando ci fu la votazione del Puskas Award ero con Alessandro Florenzi, anche lui nelle nomination, e mi ricordo che vinse il gol del giocatore brasiliano perchè aveva preso milioni e milioni di voti. Io metto al primo posto i brasiliani, perchè sono più bravi e soprattutto sono senza veli, senza filtri ed è questa la differenza con il nostro campionato.

Come evolverà la comunicazione social e cosa ti aspetti dal futuro?

Non ho la palla di vetro, però secondo me la realtà virtuale entrerà in maniera importante nel mondo della comunicazione e non solo in quello del calcio. Non mi stupirei se fra due anni avremo la possibilità di indossare gli occhiali della realtà virtuale e vedere una partita seduti al Maracanà assieme a Beckham! Non dobbiamo aver paura di come avanza la tecnologia ma dobbiamo porci la domanda “come possiamo utilizzare questa tecnologia per comunicare il valore ai nostri fan?”. I calciatori del futuro saranno quei giocatori in grado di connettersi in maniera unica con i propri fan.