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Esplodono le città USA: il popolo protesta contro Trump

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New York, Chicago, San Francisco e Los Angeles:  fiumi di  persone in corteo per contestare la non popolare vittoria di Donald Trump. Nono sono state manifestazioni violente, ma sfilate di cartelli infinite. Cartelli contro  l'islamfobia, il razzismo, l'omofobia, la misoginia e la xenofobia.... ...

New York, Chicago, San Francisco e Los Angeles: fiumi di persone in corteo per contestare la non popolare vittoria di Donald Trump.

Nono sono state manifestazioni violente, ma sfilate di cartelli infinite. Cartelli contro l’islamfobia, il razzismo, l’omofobia, la misoginia e la xenofobia…. New York, sopratutto Manhattan invasa di cartelli. Arrestate trenta persone nella confusione della folla di Manhattan. Folla che urlava contro Trump accusandolo di aver avuto troppi voti, ingiustamente.

Migliaia e migliaia, nonostante il freddo e la pioggia, sono partiti da Union Square per sfilare in corteo in direzione Midtown. Destinazione finale del corteo la Trump Tower, Fifth Avenue. La blindata Trump Tower, dove si trova la residenza del nuovo presidente Usa, Donald Trump. Completamente paralizzato per ore il traffico, nessun tipo di viabilità.

Tutta la zona di Manhattan è super blindata, una zona caratterizzata dal lusso, dallo shopping, dal turismo, il vero cuore pulsante dell’area è al sicuro, fin troppo: vietati anche i voli. Addirittura, tutto l’isolato della Trump Tower e’ stato circondato con camion anti-bomba. Camion riempiti di sabbia e circondati da decine e decine agenti con divisa antisommossa. Ovviamente decine di agenti antisommossa anche do fronte l’ingresso dell’abitazione della famiglia del nuovo presidente USA. Spiccano tra i cori della folla: “Not my President” e “Hey Hey Ho Ho Donald Trump has to go”.

Arresti anche in zona Columbus Circle, proprio all’ingresso Nord di Central Park, dove si trova il grattacielo del Trump Hotel.

La folla urla in coro: “Lei ha ottenuto più voti”. La rabbia per Hilary Clinton, che, nonostante i voti popolari, non ha ottenuto la maggioranza dei 538 grandi elettori. Maggioranza fondamentale per vincere le elezioni.

A Berkeley, California, una studentessa dichiara: “Non posso credere di essere qui a manifestare per i diritti civili. Lui è stato eletto ma la lotta non è finita i miei antenati non hanno mai smesso di lottare e io non mi fermerò”.

“Sono molto preoccupato per quello che succederà nei prossimi quattro anni”, afferma poi una donna avvolta con una bandiera messicana.

Ma anche Seattle, Okland, Filadelfia e Washington Dc non sono da meno, migliaia di persone e cartelloni con slogan tipo: “Non siamo l’America di Trump” o “no es mi presidente”. Cartelloni soprattutto contro le tanto preannunciate dall’ormai Presidente, politiche anti-immigrati.

Oggi il via alle transizioni: Donald Trump sarà da Obama presso lo Studio Ovale. Proprio nel frattempo, la moglie Melania sarà ricevuta alla residenza privata della Casa Bianca da Michelle Obama.

Ma Hilary parlando alle donne sostiene: “Dobbiamo accettare questo risultato… Donald Trump sarà il nostro presidente. Gli dobbiamo una mentalità aperta ad una chance”. Hillary Clinton, provata e dispiaciuta della disfatta incoraggia le donne e non arrendersi mai.

In riferimento alla Clinton il portavoce di Trump, Jason Miller scrive su Twitter: “Un intervento davvero di classe…un passo importante per riunire il Paese”.

Per quanto poco possa vale, nel popolare, ovvero il consenso dei cittadini, Hilary Clinton era di due punti superiore a Trump, con un 47,7% contro il 47,5%. Questi due punti valgono duecentomila voti in più. Questa è la quarta elezione nella storia americana in cui a vincere è colui che non ha ottenuto la maggioranza dei voti popolari.

Ma Obama dichiara: “Ora tifiamo tuti per il suo successo nel riunire questo Paese”. “Il pacifico passaggo del potere è una caratteristica della democrazia. Non è un segreto che io e Trump abbiamo posizioni decisamente differenti ma ora dobbiamo unire il Paese e lavorare per una transizione di successo”.