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Migranti, in arrivo sanzioni UE per chi rifiuta il ricollocamento

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Dall’UE è arrivato un messaggio chiaro sulla questione dei migranti: chi rifiuta il ricollocamento subirà delle sanzioni. L’Unione Europea ha deciso di applicare delle sanzioni a tutti quei Paesi membri che non parteciperanno al meccanismo di ricollocamento dei migranti sbarcati in Italia e i...

Dall’UE è arrivato un messaggio chiaro sulla questione dei migranti: chi rifiuta il ricollocamento subirà delle sanzioni.

L’Unione Europea ha deciso di applicare delle sanzioni a tutti quei Paesi membri che non parteciperanno al meccanismo di ricollocamento dei migranti sbarcati in Italia e in Grecia. A dirlo è stato qualche giorno fa il Commissario UE per gli Affari Interni e l’Immigrazione Dimitris Avramopoulos in occasione di un incontro a Bruxelles in cui sono state illustrate le linee guida europee per la gestione dell’immigrazione nel 2017.

Sui migranti è necessaria la massima collaborazione all’interno dell’UE

Avramopoulos ha invitato tutti quanti a fornire la massima collaborazione, sottolineando che risolvere il problema “è possibile”. “Ci vuole solo la volontà politica dei Paesi”, ha precisato il Commissario, il quale ha poi aggiunto di avere “mandato una lettera a tutti i governi chiedendo di accelerare: il meccanismo finisce a settembre, ma il loro impegno non finisce e se non sarà rispettato dovranno pagare il conto”.

Dello stesso avviso il presidente della Commissione UE Jean Claude Juncker, che in una nota ufficiale ha scritto che “la Grecia e l’Italia hanno fatto sforzi importanti per migliorare la loro capacità e organizzare le loro procedure per rendere possibile il ricollocamento dei rifugiati”. “Ora”, ha specificato Juncker, “tocca agli altri Stati dar seguito ai loro obblighi, anche in questa parte della più ampia politica dell’immigrazione. La Commissione utilizzerà tutti gli strumenti a sua disposizione per assicurare che gli impegni siano onorati”.

Solo 13 mila su 160 mila i migranti ricollocati fino ad oggi

Ad oggi, dei 160 mila migranti interessati dal ricollocamento, le procedure sono andate a buon fine solo per circa 13 mila. Occorre che i Paesi europei agiscano con “fiducia reciproca”, ha auspicato Juncker, e si attivino “collettivamente quando uno Stato è esposto a un alto livello di pressione migratoria”.

Il presidente della Commissione ha infine suggerito che, per il futuro, occorrerà soprattutto allargare questa collaborazione ai Paesi di provenienza dei migranti. ”Più riusciamo a lavorare efficacemente con i paesi terzi a un’agenda comune per affrontare all’origine le cause dell’immigrazione più grande sarà lo spazio per assicurare un sistema equo ed efficace di gestione dell’asilo e dell’immigrazione qui in Europa”, ha infatti precisato Juncker.