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Migranti: tre arresti per corruzione e maltrattamenti di minori

Migranti

Tre persone sono state arrestate per corruzione e maltrattamenti nell'ambito della gestione di alcuni migranti minorenni non accompagnati

Tre persone sono state arrestate dai carabinieri per corruzione, falso in atto pubblico e maltrattamenti in una inchiesta riguardante la gestione di alcuni migranti minorenni arrivati sul territorio italiano non accompagnati.

Tre persone arrestate nell’ambito della gestione di migranti minorenni: i motivi

Sono finite in manette tre persone, arrestate dai carabinieri nell’ambito della gestione di migranti minorili non accompagnati che hanno raggiunto il territorio italiano. Le accuse rivolte a questi soggetti è quella di corruzione, falso in atto pubblico e maltrattamenti. La misura cautelare è stata effettuata questa mattina dai Carabinieri della Compagnia di Giarre, sotto il coordinamento della Procura di Catania guidata da Carmelo Zuccaro.

Questi ragazzini minorenni, infatti, venivano affidati, dopo un accordo con un dipendente del Comune di Catania, comunità che erano gestite dalle persone che sono finite nell’indagine. Il problema è che in queste comunità le strutture fossero completamente fatiscenti e anche prive delle dovute e necessarie autorizzazioni. Nell’inchiesta sono indagate anche altre sette persone. Tra questi sono finiti nell’indagine ci sarebbero anche dipendenti ed ex dipendenti dei comuni coinvolti nell’accoglienza.

Secondo una prima ricostruzione dei fatti sembra che i minori “venivano affidati sulla base di accordi corruttivi intervenuti con un dipendente del Comune di Catania, oggi in pensione, alle Comunità gestite dagli indagati”.

Chi sono le persone arrestate

Questa mattina, su disposizione del Gip di Catania, sono stati arrestati due gestori di strutture di Catania per l’accoglienza di minori extracomunitari non accompagnati. In manette sono finiti padre e figlio, accusati, come già detto in precedenza, di aver avuto in affidamento dei migranti minorenni attraverso degli accordi corruttivi avuti con un dipendente del Comune di Catanie, che attualmente si trova in pensione.

In particolar modo, sono finiti agli arresti domiciliari Giovanni Pellizzeri di 56 anni (con l’accusa di corruzione, falso in atto pubblico e maltrattamenti) e il figlio Mario, di 27 anni, accusato di corruzione e maltrattamenti.

Ad Isabella Vitale (48 anni), una delle collaboratrici delle altre due persone coinvolte nella vicenda, è invece stata applicata la misura cautelare di divieto di dimora nella provincia di Catania. Anche per la donna l’accusa è quella di maltrattamenti.

Ma non è finita qui. Sempre nell’ambito di questa stessa indagine, è stata richiesta anche una misura interdittiva nei confronti di un dipendente del Comune di Sant’Alfio.

In mattinata comunque si svolgerà una conferenza stampa nei locali della Procura di Catania, in cui verranno svelati tutti i dettagli e i particolari dell’inchiesta.