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Migranti: Governo valuta blocco dei porti italiani a navi straniere

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“La situazione che stiamo affrontando è grave, l'Europa non può voltarsi dall'altra parte."

L’emergenza migranti è al limite e l’Italia ha deciso di compiere un passo formale con la Commissione Europea sul tema dell’immigrazione. Il governo infatti sta valutando la possibilità di negare l’approdo nei porti italiani alle imbarcazioni non italiane che operano nel Mediterraneo. La maggior parte effettuano salvataggi dei migranti vicino alle coste libiche per poi consegnare all’Italia le persone soccorse.

È intervenuto sulla questione il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: “Se il fenomeno dei flussi continuasse con questi numeri la situazione diventerebbe ingestibile anche per un Paese grande e aperto come il nostro“. Intesa raggiunta anche a Palazzo Chigi, tra il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni e il ministro dell’Interno Marco Minniti. L’obiettivo è che anche Spagna, Francia, Malta facciano la loro parte dopo aver salvato i migranti.

L’Italia continuerà a salvare vite in mare come sempre ha fatto in questi anni, ma non è più sostenibile che tutto il peso dell’accoglienza debba gravare sul nostro paese. Salvataggi e accoglienza non possono essere disgiunti e dunque il contributo dell’Ue non dovrà limitarsi alle operazioni di soccorso in mare” spiegano le fonti, affermando che non è più sostenibile accogliere tutte queste persone nel nostro Paese.

L’eventuale blocco dei porti italiani riguarderebbe sia le Organizzazioni non governative e le unità di Frontex, l’Agenzia cui spetta il controllo delle frontiere esterne dell’Ue, e Eunavformed, l’operazione per contrastare nel canale di Sicilia i trafficanti di esseri umani.

Nicola Latorre, il presidente della commissione Difesa al Senato, è favorevole al blocco dei porti italiani:L’iniziativa dell’Italia di porre in sede europea la richiesta di far approdare nei porti dei Paesi di appartenenza tutte le imbarcazioni non italiane salvo quelle che fanno parti di missioni internazionali, è giusta e opportuna. Una decisione che se sarà formalizzata aiuterà a gestire una situazione che rischia di essere insostenibile. Fermo restando la priorita’ di salvare vite umane, l’accoglienza non può che essere un impegno condiviso da tutti i paesi europei anche perché, oltre un certo limite, sarebbe assai difficile garantire i minimi requisiti di dignità e di rispetto della persona.Mi auguro che il nostro Paese sia unito non solo nel gestire e fronteggiare l’alto numero di migranti ma anche nel sostenere concretamente questa idea in Europa“.

Le strutture di accoglienza si trovano ormai sottoposte a forte pressione. Sono ben 76.873 i migranti sbarcati sulle coste italiane dall’1 gennaio a oggi, il 13,43% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso quando gli arrivi furono 67.773. Negli ultimi quattro giorni si contano più di 12mila migranti sbarcati sulle coste italiane, sulle coste libiche sono stati salvati oltre 5000 persone ed in quelle sicule sono approdate altre 3000. Molte le navi, se ne contano più di 25, tutte di organizzazioni non governative che hanno effettuato i salvataggi. Porto Empedocle, Nuoro, Bronte, Palermo e Salerno sono solo alcune delle città che hanno maggiori difficoltà a mantenere la situazione sotto controllo.

L’ambasciatore Maurizio Massari ha fatto da rappresentante presso la UE, per parlare della situazione degli sbarchi nel nostro Paese al commissario per le migrazioni Dimitris Avramopoulos. “ La situazione che stiamo affrontando è grave, l’Europa non può voltarsi dall’altra parte. È insostenibile, viene spiegato a motivare il passo italiano, che tutte le navi che fanno operazioni di salvataggio approdino in Italia. Altrimenti si potrebbe arrivare a negare l’approdo nei porti per le navi che non battono bandiera italiana e non facciano parte di missioni europee” molto chiaro il messaggio.
Al di là delle operazioni Ue, che non sono in discussione, la questione degli sbarchi è regolata dalla legge internazionale. La Commissione Ue tuttavia ritiene opportuno che qualsiasi cambiamento nelle politiche sia prima discusso e comunicato nel modo giusto, così da dare alle Ong l’opportunità di prepararsi” così ha risposto la portavoce della Commissione UE, Natasha Bertaud, è quindi pronta a fornite tutte le indicazioni per gli sbarchi.

Ora al Parlamento europeo non resta che dare l’ok, lo stabilirà attraverso un primo voto il 3 luglio in commissione affari esteri.