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Ue, piano d'emergenza da 700 milioni per i migranti

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I nuovi sbarchi coinvolgono Italia e Grecia, ormai al collasso Sui migranti la Ue sembra aver finalmente compreso la necessità di un piano comune I DATI - Dal 2015 sono arrivati in Europa, da Siria e Libia, oltre un milione di migranti, e la sospensione del trattato di Schengen da parte di diver...

I nuovi sbarchi coinvolgono Italia e Grecia, ormai al collasso

Sui migranti la Ue sembra aver finalmente compreso la necessità di un piano comune

I DATI – Dal 2015 sono arrivati in Europa, da Siria e Libia, oltre un milione di migranti, e la sospensione del trattato di Schengen da parte di diversi paesi, soprattutto quelli vicini all’Europa dell’est fa sì che la risposta della Ue sui migranti sia stata finora poco coerente e volta a penalizzare quei territori, in particolare Italia e Grecia, che sono i primi ad accoglierli dopo gli sbarchi. In particolare la Grecia, per colpa della chiusura sul confine macedone, ospita finora, bloccati in attesa di transito, oltre 100000 migranti e non sono bastate le misure fin qui attuate per mitigare l’invasione e la crisi. Per questi la Ue ha varato mercoledì un piano d’emergenza di 700 milioni in 3 anni, approvato dalla Commissione e che porta la firma del presidente Jean-Claude Juncker e del responsabile agli Aiuti umanitari, il cipriota Christos Stylianidi. A peggiorare ulteriormente la situazione c’è l’aggravarsi della crisi economica europea, che continua a provocare tensioni negli stessi paesi d’accoflienza e sembra impedire la presa di posizione unitaria da parte dell’Europa.

I DESTINATARI – Una buona parte dei fondi andrà direttamente al governo Tsipras per finanziare specifici programmi di assistenza, il grosso però sarà versato all’Onu e alle altre Ong (unhcr, croce rossa, medici senza frontiere) presenti sul territorio greco. Il tutto in vista anche di un possibile peggioramento futuro: nessuno dubita che con l’arrivo della bella stagione gli sbarchi dai paesi in guerra o in povertà potrà soltanto aumentare e L’Europa deve almeno provare a porre i primi rimedi a una crisi che in larga parte di è autoinflitta sbagliando, e non di poco, i suoi rapporti verso l’estero negli ultimi anni.