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Migranti, USA pronti ad accogliere 10 mila profughi

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L'agenzia Reuters ha diramato ieri in serata la notizia che anche gli Stati Uniti d'America intendono partecipare in modo attivo all'accoglienza dei profughi che stanno raggiungendo o raggiungeranno l'Europa. A parlare sarebbe stato un portavoce della Casa Bianca, secondo il quale sarebbe stato il ...

L’agenzia Reuters ha diramato ieri in serata la notizia che anche gli Stati Uniti d’America intendono partecipare in modo attivo all’accoglienza dei profughi che stanno raggiungendo o raggiungeranno l’Europa.
A parlare sarebbe stato un portavoce della Casa Bianca, secondo il quale sarebbe stato il presidente a muoversi in prima persona.
Barack Obama avrebbe dato disposizioni affinché i membri della sua amministrazione provvedano a organizzare, per il prossimo anno, l’accoglienza di almeno 10 mila migranti provenienti dall’Europa.
Come nel caso della Germania, però, anche gli USA avrebbero dimostrato di non considerare i migranti tutti uguali, specificando che i profughi cui si intende offrire asilo sarebbero solo quelli provenienti dalla Siria.
Si tratterebbe di un “significativo rafforzamento”, secondo le parole del portavoce, dell’impegno USA nei confronti della Siria e dei suoi rifugiati.
Posto che dare accoglienza ai profughi è e resta un gesto di civiltà (dovuto, ma non scontato, come la cronaca degli ultimi mesi ha insegnato in modo inequivocabile), è impossibile non notare che la mossa degli Stati Uniti d’America si colloca con precisione sospetta proprio all’indomani della notizia del cambiamento, da parte di Mosca, dell’impegno militare russo in Siria a fianco del presidente Bashar Al Assad.
Che le macchinazioni del leader russo Vladimir Putin stessero creando a Washington qualche preoccupazione era cosa nota (e pure facile da indovinare, per dirla tutta), quindi è chiaro che una reazione, prima o poi, sarebbe arrivata.
Gli USA hanno quindi deciso di allinearsi alle recenti prese di posizione della Germania di Angela Merkel e della Gran Bretagna di David Cameron, entrambe ben decise e in prima linea nel voler offrire assistenza ai profughi siriani superando ostacoli che finora erano stati definiti insormontabili (gli accordi di Dublino) o, addirittura, stravolgendo il fenomeno migratorio in sé, ovvero provvedendo a prelevare i profughi già sul confine siriano.