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Minaccia una donna con un'ascia e poi la violenta: arrestato 40enne

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Un quarantenne stupratore è finito in manette grazie alla polizia di Avellino. A gennaio aveva violentato una donna dopo averla minacciata con un'ascia.

La donna era stata minacciata e poi stuprata

Una donna può scorgere in almeno parte la fine del suo incubo. La poveretta, purtroppo, era stata barbaramente stuprata. Oggi, un “uomo” di 40 anni è stato arrestato ad Avellino con un’accusa gravissima. L’individuo, originario della provincia di Salerno, avrebbe violentato la donna, dopo averle puntato addosso un’ascia affilata. La vittima, temendo giustamente per la propria vita, ha dovuto subire l’umiliazione impotente. Si tratta di un atto di violenza e prepotenza di rara cattiveria. Il tutto è successo lo scorso gennaio. L’uomo arrestato adesso è ai domiciliari, a disposizione dell’autorità giudiziaria. Sarà difficile mettere su una difesa credibile. L’arresto del malvivente è da abbinare alla meticolosa attività di controllo del territorio per garantire sicurezza e rispetto della legalità. Le forze dell’ordine hanno lavorato bene e con grande professionalità. Giustizia è stata fatta e si sta facendo. O quasi.

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Niente sarà più come prima per la donna

Il fatto che il delinquente sia stato arrestato non può però rimettere a posto così facilmente la vita della donna, anche se di lei non sappiamo molto. Nessun risarcimento possibile riporterà le cose allo stato precedente.

In seguito ad un’aggressione sessuale, una persona può vivere reazioni di diverso genere. Non c’è una risposta univoca: alcune persone riescono a reagire subito, altre solo dopo molto tempo. Alcuni soggetti rimangono traumatizzati, altri trovano la forza per recuperare. Lo stupro è principalmente un trauma psicologico. Spesso, subito dopo l’aggressione, si va in ansia, stato di shock, intorpidimento e confusione.

Una ragazza, una signora, una donna, che si trova a subire questa violenta e pesante umiliazione, si sente ferita, smarrita e umiliata. Spesso non sa come deve agire per chiedere aiuto, e soprattutto a chi chiederlo. A farla tacere ci possono esserci la paura e la vergogna.

Soltanto l’idea di queste possibili conseguenze, che uno stupro può avere, dovrebbe bastare a far desistere chiunque. Evidentemente non è così.

Cosa fare, anche se non è mai facile

Chi subisce una violenza sessuale deve essere forte e denunciare, o quanto meno parlarne con una persona fidata.

Da osservatori esterni, noi abbiamo il dovere di aiutare una donna che è stata violentata. Possono esserci dei segnali che ce lo fanno sospettare, soprattutto se la conosciamo: contusioni, bruciature, lividi, racconti incongruenti relativi a lividi o ferite, isolamento sociale, stati d’ansia, stress, attacchi di panico, depressione, perdita di autostima. Valutata la situazione, bisogna chiedere direttamente, ma in modo pacato, per mettere la donna a suo agio. Meglio evitare di azzardare consigli. Piuttosto bisogna chiamare quanto prima un centro antiviolenza. Si tratta di situazioni complesse e spesso pericolose.