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Minerv Biorecovery: la nuova tecnologia per pulire il mare

Minerv Biorecovery

Questa nuova tecnologia potrebbe permettere di eliminare l'inquinamento ambientale dovuto alle petroliere in mare

Una spruzzatina di piccole polveri e in meno di tre settimane, la macchia passa. Questo il rimedio per l’assalto del petrolio al mare proposto da un’azienda italiana, precisamente di Bologna, grazie all’avallo del Cnr di Messina. La nuova tecnologia si chiama Minerv Biorecovery ed è basata su una bioplastica che offre una casa a microrganismi che esistono tranquillamente in natura. Questi batteri si moltiplicano e grazie all’ambiente rafforzano il loro potere fino ad attaccare il greggio.

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Minerv Biorecovery rappresenta una soluzione che potrebbe rivelarsi efficace e fondamentale per combattere l’inquinamento in mare. Simone Cappello, responsabile del progetto Bioremediation, presso l’Iamc, ovvero l’Istituto per l’ambiente marino costiero di Messina ha dichiarato: “Sono microrganismi che sono in grado di attaccare la struttura molecolare di tantissimi componenti degli idrocarburi”.

La nuova tecnologia non ha impatti sull’ambiente e sulla vita marina e permette di accelerare sensibilmente il processo dei batteri. Nei prossimi giorni saranno verificate le capacità di questa tecnologia con dei test nei porti, nelle cisterne e nelle raffinerie delle maggiori petroliere. Uno degli sviluppi è la sostituzione delle microplastiche non biodegradabili che sono presenti nei cosmetici, questi infatti costituiscono un serio problema ambientale.

Marco Astorri, presidente e Ceo di Bio-on ha chiarito: “Questa bioplastica è ottenuta da fonti vegetali rinnovabili, verrà prodotta nei pressi della città di Bologna, nello stabilimento di Castel San Pietro Terme, a partire dal 2018”. Alla presentazione della nuova bioplastica ha partecipato anche il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti che ha raccontato: “È ormai troppo diffusa la pratica di gettare plastica in mare, la situazione sta sfuggendo di mano e causando danni irreversibili agli oceani, in particolar modo al Mar Mediterraneo. In Italia abbiamo promosso un’alleanza a livello europeo proprio su questa tematica, infatti, per primi abbiamo provato ad evitare l’utilizzo di sacchetti di plastica e introdotto una legge per utilizzare solo i sacchetti biodegradabili”.

Questa sensazionale scoperta potrebbe cambiare le sorti del clima nel mondo, tant’è che se ne è parlato anche al G7. Astorri ha poi concluso dicendo: “Vorrei ringraziare sentitamente il ministro per l’Ambiente Gian Luca Galletti che ha colto il nostro invito e ha aiutato a portare avanti il nostro brevetto, invitandoci anche nella fantastica cornice di un evento così importante come il G7Ambiente per presentarlo. Voglio ringraziare anche The World Bank Group che, grazie alla partnership ottenuta, ci supporterà passo dopo passo per far conoscere i benefici di questa nostra nuova tecnologia per salvaguardare gli oceani”.