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Ministro tedesco Schaeuble: la Commissione non controlla i bilanci

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Wolfgang Schaeuble, il ministro delle Finanze tedesco, ha attaccato la Commissione UE: non fa il suo lavoro, non controlla i bilanci. Il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble contro tutti. L’Unione Europea, secondo lui, non controlla i bilanci degli stati membri e, per questo, incappe...

Wolfgang Schaeuble, il ministro delle Finanze tedesco, ha attaccato la Commissione UE: non fa il suo lavoro, non controlla i bilanci.

Il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble contro tutti. L’Unione Europea, secondo lui, non controlla i bilanci degli stati membri e, per questo, incapperebbe in clamorose sviste.

Una di queste riguarderebbe proprio la Germania, di recente invitata – in modo più o meno esplicito – dalla Commissione Europea a investire di più per mitigare l’eccesso di esportazioni. Secondo il ministro Schaeuble, le raccomandazioni della Commissione sono indirizzate al “paese sbagliato”.

Wolfgang Schaeuble intervenuto al Bundestag

Nel corso del suo intervento al Bundestag proprio in merito al bilancio nazionale tedesco, Schaeuble ha dichiarato che la Commissione non controllerebbe affatto che i bilanci dei paesi europei “corrispondano alle regole e agli accordi” comuni. Il ministro ha basato la sua relazione sui numeri.

I numeri della Germania

Le entrate fiscali hanno subito in Germania un aumento del 3,3% annuo nell’ultimo decennio (periodo 2005 – 2015), mentre la media europea è del 2,7%. Le uscite, invece, sono cresciute nello stesso arco di tempo del 2,3%, poco meno della media europea che si attesta attorno al 2,5%. Per quanto riguarda gli investimenti, poi, ovvero il tema sollevato dalla Commissione Europea, in Germania l’aumento è stato del 3,9% all’anno, da confrontare con il +0,7% medio della zona Euro. “Trovo quindi”, la conclusione di Schaeuble, “che le raccomandazioni della Commissione vadano in qualche modo a quelli sbagliati”.

La Commissione devia dal suo stesso compito

“Il problema non è che riceviamo raccomandazioni che non ci piacciono”, ha poi spiegato il ministro, “il problema è che, con queste raccomandazioni, la Commissione devia dal compito della Commissione stessa, e cioè giudicare se i bilanci e i budget dei paesi corrispondono alle regole e intese europee. Questo è il compito della Commissione, questa è la premessa perché la zona Euro rimanga stabile”.