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Missione impossibile in Antartide: il salvataggio d'inverno

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È partita dal Canada la missione impossibile in Antartide: recuperare uno dei membri del personale di una base che deve essere ricoverato al più presto. Missione impossibile in Antartide. Nel continente dei ghiacci, infatti, è pieno inverno: nessuno aveva mai tentato una missione in questo pe...

È partita dal Canada la missione impossibile in Antartide: recuperare uno dei membri del personale di una base che deve essere ricoverato al più presto.

Missione impossibile in Antartide. Nel continente dei ghiacci, infatti, è pieno inverno: nessuno aveva mai tentato una missione in questo periodo.

Mai nessun aereo in Antartide in questo periodo dell’anno

È stata ribattezzata la missione impossibile in Antartide. Due aerei bimotore Twin Otter sono decollati lo scorso 14 giugno dal Canada, diretti in Antartide. Devono recuperare uno dei membri del personale della base americana Amundsen-Scott South Pole per il quale risulta necessario un ricovero immediato. Per ragioni di privacy non sono state diffuse notizie circa le condizioni dell’uomo e le ragioni dell’emergenza ma, di certo, si sa che l’intervento dei velivoli canadesi è stato considerato inderogabile.

In passato, sono state portate a termine due operazioni di recupero, la prima nell’aprile del 2001 e la seconda nel settembre del 2003, ma quello in corso è il primo tentativo fatto nel periodo più difficile dell’anno, quando in Antartide è prossimo il solstizio di inverno. In questa stagione, infatti, si verifica la massima durata della notte e le temperature scendono fino a 80 gradi sotto zero.

Un aereo in appoggio, l’altro fino alla base americana: buio e neve

I Twin Otter canadesi dovrebbero raggiungere l’Antartide il 19 giugno, ma tutto dipenderà dalle condizioni meteo. Uno dei due aerei si fermerà al termine del continente sudamericano, presso la base britannica Rothera e fungerà da supporto all’altro, che raggiungerà invece la base americana Amundsen-Scott South Pole. I rischi sono considerati molto alti, sia per le condizioni climatiche estreme, sia per quelle che il pilota troverà una volta che sarà giunto a destinazione, dove dovrà atterrare sulla neve battuta e in condizioni di visibilità minima.