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Gloomy Sunday: la canzone maledetta che spinge al suicidio

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Avete mai sentito parlare della canzone del suicidio? Pare che esista una canzone maledetta che spinge chi l'ascolta a togliersi la vita. Ecco perché.

Basta ascoltarla una sola volta. La leggenda vuole che la maledizione che colpisce chi l’ascolta si scagli solo poche ore più tardi. La famigerata canzone “Gloomy Sunday” è meglio nota come la canzone del suicidio, e per motivi che vi spieghiamo subito. Si dice che l’ascolto del brano porti immediatamente alla pazzia.

La canzone maledetta

La marcia della morte è iniziata nel 1933, in Ungheria, quando due amici, Rezs Seress e Ladislao Javor, ne scrivono il testo e la melodia. Sebbene di una devastante tristezza, nessuno presta molta attenzione alla canzone. Almeno fino a quando le autorità non notano uno strano aumento dei suicidi in tutta l’Ungheria. Non tarda molto ad arrivare una strana scoperta. Gli investigatori, infatti, si imbattono in qualcosa di incredibile: è proprio l’ascolto di “Gloomy Sunday” ad aver spinto le persone a commettere il suicidio. Almeno così pare. Dopo che i giornali di tutto il Paese hanno riportato la notizia, il governo ungherese decide di vietare la riproduzione della canzone a livello nazionale. Durante il furore dei media sull’escalation dei suicidi, uno degli autori, Seress, ammette di averla scritta per commemorare la sua ex fidanzata, morta suicida.

La sorte del compositore

La leggenda nata intorno alla canzone si intensifica quando giunge l’ultimo atto della storia. Lo stesso Seress, il compositore, tenta il suicidio gettatosi dalla finestra di un hotel a Budapest. Nonostante Seress sia sopravvissuto a questo primo tentativo di uccidersi, la sua volontà non si placa. All’ospedale in cui era stato portato a seguito del gesto estremo, riesce a completare l’opera. Muore soffocato con del filo di ferro. Il New York Times pubblica, allora, un necrologio sul defunto Seress, citando puntualmente l’incredibile leggenda che ruota intorno a “Gloomy Sunday”. Si legge: “Il compositore, Rezs Seress, il cui canto funebre divenne una canzone di successo… è stato accusato di avere scatenato un’ondata di suicidi durante gli anni trenta, è finito lui stesso suicida pochi giorni fa”.

La diffusione all’estero

Come ci si può aspettare, la canzone cattura l’attenzione di altri paesi, anche in Europa. Dall’altra parte dell’Atlantico, gli studi americani di registrazione, incuriositi dalla stampa ungherese, vogliono mettere le mani sulla celebre canzone maledetta. Diverse versioni, infatti, vengono registrate negli Stati Uniti. La più popolare è quella cantata da Billie Holiday, dal titolo “Lady Day”. Il famoso cantante e attore, Paul Robeson, a sua volta, ne fa uscire una versione in lingua inglese nel 1935. Quando anche New York vede aumentare il numero dei suicidi in seguito all’ascolto della canzone, le stazioni radio e le discoteche vietano la sua messa in onda. Da lì, decine di suicidi si verificano in tutta America. Le persone che hanno acquistato le registrazioni della canzone, vengono piano piano trovate senza vita. Ben presto, alcuni quotidiani iniziano a soprannominare la melodia “la canzone ungherese del suicidio”.

La fama della canzone maledetta

I giornali di tutto il mondo parlano di centinaia di persone morte suicide a seguito dell’ascolto della canzone maledetta. Annientati, si dice, dall’incanto e dallo stupore. Alcuni documenti attestano che le persone, una volta ascoltata la canzone, si sentano attratti dal suicidio, decidendo di farla finita. Alcuni Stati e molte comunità locali vietano la riproduzione della canzone, altri si scagliano contro la leggerezza con cui è affrontata la situazione. Ma “Gloomy Sunday” – anche nella versione del 1941 di Billie Holiday – viene in realtà bandita da molte radio. Anche la BBC si accoda, spaventata di fronte al crescente numero di londinesi presi dallo strazio della canzone. Ecco, qui di seguito, il testo della canzone del suicidio ungherese, nella sua versione italiana. Nonostante oggi non ci si ricordi più molto di questo fenomeno, alcuni psicologi continuano a studiarla. Probabilmente il connubio di musica e parole – dicono – era in grado di creare uno strano impatto sulla mente. Ecco il testo.

Il testo di Gloomy Sunday

La domenica è cupa, le mie ore sono sonnolente
Carissimi le ombre con cui vivo sono innumerevoli
Piccoli fiori bianchi non saranno mai risvegliati
Non dove la carrozza nera del dolore ti ha portato
Gli angeli non hanno mai pensato di farti tornare
Sarebbero arrabbiati se pensassi di unirmi a te?

Domenica cupa

Cupa è la domenica, con le ombre divido tutto
Il mio cuore ed io abbiamo deciso di farla finita
Presto ci saranno candele e preghiere, triste lo so
Non fatele spegnere e fate loro sapere che sono felice di andare
La morte non è un sogno ti sto accarezzando
Con l’ultimo respiro della mia anima ti sto benedicendo

Domenica cupa