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Mononucleosi: cause, sintomi, e come intervenire

Mononucleosi: cause, sintomi, cura e prevenzione

La mononucleosi si contrae in genere con i baci, portata dalla saliva; nei bambini si manifesta dopo poco tempo dal contagio e nella fase acuta necessita il consulto di un medico. La mononucleosi è una malattia infettiva conosciuta nel gergo come malattia del bacio: si trasmette di solito con l...

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La mononucleosi si contrae in genere con i baci, portata dalla saliva; nei bambini si manifesta dopo poco tempo dal contagio e nella fase acuta necessita il consulto di un medico.

La mononucleosi è una malattia infettiva conosciuta nel gergo come malattia del bacio: si trasmette di solito con la saliva, tramite i baci, ed è molto frequente tra i giovani. Nei bambini, la fascia di età più a rischio è quella tra 2 e i 6 anni. Il contagio avviene per via orale (diretto) ma anche solo toccando degli oggetti infetti (indiretto). Il virus che causa la mononucleosi è l’EBV (Epste in-Barr Virus)

Non si tratta di una malattia pericolosa, e nella maggior parte dei casi non provoca danni gravi; è anche meno contagiosa del comunissimo raffreddore. Nei bambini talvolta non comporta sintomi gravi.

Sintomi

La mononucleosi spesso presenta i primi sintomi dopo un mese o più dal contagio. Nei bambini il periodo di incubazione è minore (10 o 15 giorni). Quando il bambino inizia ad avvertire sintomi come malessere generalizzato, febbre, forte mal di gola, mal di testa, o comunque i sintomi di una comune influenza, potrebbe aver contratto la mononucleosi. Nella fase acuta della malattia potrebbe manifestarsi una violenta eruzione cutanea, o vomito e diarrea. È meglio rivolgersi a un medico se si manifestano ingrossamento della milza e dei linfonodi del collo. Nelle gravidanze non ci sono rischi per il feto. Per la diagnosi basta una visita da un medico, altrimenti l’esame del sangue.

Cura

Se si è davvero malati, i medici consigliano come cura un lungo periodo di riposo e una sana alimentazione; non esistono farmaci adatti a questa malattia. Solo in certi casi, sotto prescrizione medica, si può assumere un analgesico per febbre e dolore.

Chi contrae la malattia è da considerarsi portatore sano per sei mesi, durante i quali può contagiare altre persone; passati i sei mesi, il virus sarà completamente distrutto dagli anticorpi che si sviluppano naturalmente nel nostro organismo, portando all’immunità.

Prevenzione

Ovviamente la prevenzione è la miglior cura: conviene dunque evitare posti affollati, in cui c’è poco ricambio d’aria, e soprattutto assumere sempre molte vitamine; si consiglia inoltre di stare sempre attenti all’igiene personale, e a mantenere l’ambiente in cui si vive sempre asettico, soprattutto se in casa ci sono bambini.