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Morte Hayden, la perizia conferma: "Nicky non si è fermato all'incrocio"

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Sulla morte di Nicky Hayden si parla di concorso di condotte colpose indipendenti. E dalla procura arriva la dichiarazione definitiva. Il pilota di SuperBike non si era fermato all'incrocio.

La perizia chiesta dalla Procura sull’incidente che ha causato la morte di Nicky Hayden a Misano Adriatico è finalmente arrivata. Sulla vicenda cala il sipario. Il pilota americano di SuperBike non si era fermato all’incrocio procedendo ad una veloce fin troppo elevata. La conclusione è di un concorso di condotte colpose indipendenti.

Il consulente Orlando Omicini ha infatti concluso che se l’auto del 30enne di Misano avesse rispettato i limiti dei 50 chilometri orari non ci sarebbe stato nessun incidente. La perizia ha poi decretato che la morte di Nicky Hayden è stata causato da una corresponsabilità data sia da parte del pilota di SuperBike che dell’automobilista.

La morte di Hayden, il pilota non si fermò all’incrocio

Ormai le dinamiche della vicenda sono state confermate. La conclusione è arrivata direttamente dal consulente Orlando Omicini, incaricato da Paolo Gengarelli sostituto procuratore. L’incidente che ha causato la vita al pilota di SuperBike Nicky Hayden lo scorso 17 maggio è stato dunque causato da una velocità fin troppo elevata da parte del 36enne.

Il giovane pilota morto all’Ospedale Bufalini di Cesena dopo cinque giorni di agonia non si era dunque fermato all’incrocio. L’evento è stato perciò causato da un concorso di condotte colpose indipendenti. Ad aggravare comunque la faccenda anche la velocità elevata e sopra i limiti della macchina che ha investito Hayden.

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Nicky Hayden, l’impatto fu troppo violento

La Peugeot 206, guidata da un 30enne di Misano, viaggiava difatti ad una velocità di 72,8 km/h. Ben al di sopra dei 50 km/h previsti all’interno del centro cittadino. Per il guidatore dunque comunque una contestazione di omicidio stradale in quanto ai tempi non mantenne una velocità di guida adeguata in relazioni alle condizioni di luogo previste.

Nicky Hayden quel giorno non solo non si fermò all’incrocio stradale per dare la precedenza. La sua velocità era di 20,6 chilometri orari. Motivo questo per cui l’impatto con la parte frontale destra della vettura fu così violento. Le lesioni furono troppo gravi e dopo cinque giorni il pilota di SuperBike morì all’Ospedale Bufalini di Cesena.

Il giovane 36enne fu così sbalzato ad una altezza di circa cinque metri dal suolo. Per lui non ci fu più nulla da fare. Sulla vicenda cala il sipario. La perizia richiesta dalla Procura ha difatti confermato che il pilota di SuperBike è morto per una corresponsabilità di eventi. Sia lui che l’automobilista 30enne di Misano alla guida della Peugeot 206 andavano ad una velocità fin troppo elevata.