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Nagasaki e Hiroshima: le foto censurate dell'esplosione atomica del 1945

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Sono passati 70 anni dal lancio della bomba atomica su Hiroshima e Nagasaki: le vittime furono centinaia e le loro foto vennero censurate

Sono passati settant’anni da quando gli Stati Uniti presero d’assalto il Giappone e lo attaccarono con l’impiego di due bombe atomiche. La prima bomba atomica fu sganciata su Hiroshima il 6 agosto 1945, la seconda su Nagasaki solo tre giorni dopo.

I conti parlano di quasi duecentomila persone che furono fulminate, polverizzate, liquefatte in pochi istanti. Insieme a loro, ovviamente, anche animali domestici, fra cui cani, gatti e chissà quanti altri essere viventi. Altre centinaia di migliaia di giapponesi dall’agosto del 1945 fino agli anni sessanta persero la vita dopo le spaventose ferite riportate nell’esplosione. La morte sopravvenne in molti di loro anche in seguito alle patologie determinate dalle radiazioni. Insomma, il 6 e il 9 agosto di settant’anni fa, sulla Terra fece davvero comparsa l’Apocalisse.

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Bomba atomica a Hiroshima e Nagasaki: il terribile Progetto Manhattan

Concepito e attualizzato da Robert Oppenheimer e da un team di altri scienziati, il Progetto Manhattan si era così concretizzato. Le cancrene, le suppurazioni, le carni che cadevano a pezzi, la perdita di peso a vista d’occhio, il vomito continuo, la disidratazione perenne. E poi ancora la perdita della memoria e della parola. E poi paura. Tanta paura e terrore, per via di una sola e unica ombra che apparve all’improvviso. Paura a causa di un rumore, di un frastuono improvviso e assordate. Questo furono Hiroshima e Nagasaki.

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Come raccontano gli scampati dalla tremenda esplosione di Hiroshima e di Nagasaki, quello fu uno degli spettacoli più impressionanti. Il lato peggiore della vicenda era fornito dai cadaveri che apparivano come schiacciati, anche se sopra di loro non c’era nulla. I corpi sembravano come lanciati da una altezza stratosferica contro la terra, con una forza così tremenda da comprimerli e appiattirli al suolo. Si trattava in poche parole della violenza apocalittica della bomba atomica. La quale, esplosa a cinquecento metri di altezza dal suolo, aveva schiacciato dall’alto, con il proprio spostamento d’aria, gli abitanti di Hiroshima e di Nagasaki.

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La testimonianza di Akihiro Takahashi, sopravvissuto all’olocausto di Hiroshima

Akihiro Takahashi racconta che aveva 14 anni ed era uno studente del secondo anno delle scuole superiori. Il giorno del bombardamento si trovava nel campo da gioco della scuola, a circa 1 chilometri e mezzo dall’ipocentro di esplosione della bomba. Il ragazzino riuscì a vedere il B-29 mentre volava sopra le loro teste lasciando una scia bianca. A un certo punto, il loro insegnante si mise a correre fuori dalla stanza dei docenti gridando “Attenzione!”. Fu in quel momento che avvenne la tragedia.

Akihiro e tutti gli altri sentirono un incredibile rumore. Nel contempo un’oscurità totale coprì i loro occhi. Impossibilitati a vedere alcunché, non potevano avere idea di cosa fosse successo. Alcuni dicono che ci fu un lampo, ma non lo ricordano con precisione. Altri parlano di una intensa luce blu che si diramò in tutte le direzioni, seguita da una potentissima esplosione. Tutti vennero scaraventati via senza poter opporre nessuna resistenza.