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Napoli: 30 arresti per estorsioni e traffico di droga nel clan Orlando

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Nel napoletano i carabinieri hanno arrestato 30 persone ritenute affiliate al clan camorristico degli Orlando con l'accusa di traffico di droga ed estorsioni.

Sono la droga e le estorsioni le principali fonti che alimentano le casse dei clan camorristici. L’ennesima conferma è arrivata questa mattina con l’operazione messa a segno dai carabinieri della Compagnia di Castello di Cisterna, nel napoletano, che hanno arrestato trenta persone. I destinatari dei provvedimenti di fermo, tutti ritenuti affiliati di spicco del clan camorristico degli Orlando, sono accusati a vario titolo dei reati di associazione di tipo mafioso, estorsione aggravata dal metodo mafioso, traffico di stupefacenti e detenzione di armi da guerra. L’ordinanza di custodia cautelare eseguita dai militari dell’Arma è stata emessa dal gip di Napoli su richiesta della Direzione distrettuale antimafia (Dda) del capoluogo campano.

Il clan controllava lo spaccio di droga nella zona di Marano

Il lavoro di indagine dei carabinieri ha permesso di ricostruire la struttura dell’organizzazione, al cui vertice vi è il latitante Antonio Orlando, meglio noto con il soprannome di ‘Mazzolino’. L’attività principale del clan sarebbe stata l’importazione dalla Spagna di ingenti quantità di droga, soprattutto hashish, la quale una volta giunta in Italia era distribuita affinché fosse venduta al dettaglio nei comuni di Marano, Calvizzano e Quarto. Secondo quanto accertato dagli inquirenti, i gestori delle piazze di spaccio locali pagavano il pizzo al clan, che accumulava profitti anche mediante estorsioni a imprenditori e commercianti, oltre a controllare direttamente numerose attività commerciali.

La mano del clan Orlando sull’operato della giunta del Comune di Marano

La famiglia camorristica dopo l’uscita di scena del clan rivale, i Polverino, aveva ormai l’egemonia nella zona. Il clan Orlando, oltre a detenere il controllo del traffico di droga e alle estorsioni, avrebbe esteso la propria azione anche in ambito politico. La famiglia avrebbe, infatti, influenzato il voto nell’ultima tornata di elezioni amministrative per il Comune di Marano, mettendo lo zampino anche nelle successive scelte dell’amministrazione cittadina. Tanto che lo scorso 30 dicembre è stato disposto lo scioglimento del Comune per infiltrazioni mafiose.