> > Napoli. Al Teatro San Ferdinando, Le 5 rose di Jennifer con Casillo e Javarone

Napoli. Al Teatro San Ferdinando, Le 5 rose di Jennifer con Casillo e Javarone

image002

Considerata il manifesto della Nuova Drammaturgia Napoletana, Le cinque rose di Jennifer è la più frequentata delle commedie di Annibale Ruccello. A rivisitare la pièce che nel 1980 segnò l’esordio del drammaturgo/attore di Castellammare di Stabia scomparso nel 1986, è ora il regista Pie...

Considerata il manifesto della Nuova Drammaturgia Napoletana, Le cinque rose di Jennifer è la più frequentata delle commedie di Annibale Ruccello.

A rivisitare la pièce che nel 1980 segnò l’esordio del drammaturgo/attore di Castellammare di Stabia scomparso nel 1986, è ora il regista Pierpaolo Sepe che firma l’allestimento in scena in prima nazionale al Teatro San Ferdinando, da martedì 28 febbraio a domenica 4 marzo.

Dopo la recente regia del monologo Anna Cappelli con Maria Paiato, Pierpaolo Sepe torna al teatro di Ruccello con Le cinque rose di Jennifer e affida i ruoli dei due travestiti protagonisti della vicenda agli attori Benedetto Casillo e Franco Javarone.

Ambientata ai giorni nostri, la commedia della solitudine di Ruccello è questa volta quella di due esistenze mature, due corpi adulti che fanno i conti con gli anni e con il tempo che passa. “Oggi – scrive Piepaolo Sepe nelle note allo spettacolo – Jennifer ha un corpo pesante, schiacciato dall’età oltre che dalla sua ambiguità. Un corpo vecchio, un corpo ai margini del tempo più e oltre che della società”.

Jennifer aspetta da tre mesi la telefonata di Franco, l’uomo incontrato una sera in una discoteca; Jennifer fa la spesa, compra rose rosse e poi si prepara. Jennifer ogni giorno rinnova il rito dell’attesa del suo Franco. In questo doloroso abbandono Jennifer non è sola. Con lei c’è Anna, la vicina di casa, che aspetta da tre mesi che qualcuno risponda al suo annuncio sul giornale; c’è il cavalier Antonetti che attende da tre mesi di sentire la sua Luana; c’è il travestito Sonia che alla radio declama la sua poesia: Ѐ notte. Sono le 3 e 45 e mi sento sola. Non riesco a prendere sonno. Un muro nero di angoscia circonda la mia esistenza. Scuro inferno. Siamo soltanto degli esseri solitari. Cui qualcuno. Sarcasticamente. Dà il nome di persone. “L’esistenza – dichiara il regista – è questo abisso comico di solitudine. Una tragedia che si fa lampante, evidente, struggente in corpi al limite dell’accettabilità”.

Orari delle rappresentazioni

Martedì, giovedì, venerdì e sabato ore 21.00

Mercoledì e domenica ore 18.00

image002