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Napoli. Al Teatro San Ferdinando, "Ritornati" di e con Enzo Moscato

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Dal 13 marzo al Teatro San Ferdinando di Napoli è in scena lo spettacolo scritto, diretto e interpretato da Enzo Moscato, "Ritornanti" parole da un non luogo con Cristina Donadio, Carlo Guitto, Giuseppe Affinito. Ri-sentire, ri-pronunciare, è, forse, l’atteggiamento che pratico di più, e p...

Dal 13 marzo al Teatro San Ferdinando di Napoli è in scena lo spettacolo scritto, diretto e interpretato da Enzo Moscato, “Ritornanti”
parole da un non luogo con Cristina Donadio, Carlo Guitto, Giuseppe Affinito.

Ri-sentire, ri-pronunciare, è, forse, l’atteggiamento che pratico di più, e più spesso, con le mie cose di teatro. Soprattutto all’indomani della prima di un nuovo spettacolo, quando, magari (e miracolosamente) mi sia riuscito di mettere a punto qualche significativa svolta, formale o tematica, lungo il mio, non sempre lineare, camminare drammaturgico: qualche nuova rottura, qualche nuovo azzardo, qualche inedito desiderio di “ferita” o salto, linguistici, nell’ignoto vuoto dell’“espressivo” (rubo, con piacere, questo termine ad Anna Maria Ortese). Del resto, nessuna parola già detta andrebbe abbandonata mai, in teatro. Nessun movimento, nessun gesto, nessun respiro, già vissuti, dovrebbero venir considerati finiti, de-finiti, esautorati. Morti. Il nomadismo della ricerca, lo spostamento continuo del limite attraverso i suoi territori, non dovrebbe esser disgiunto mai dal rassicurante, naturale, portarsi appresso sempre le proprie cose, il proprio passato, le proprie masserizie, ideologiche o grammaticali: passi già percorsi, sentieri già battuti, contagi e mali già esperiti, o, magari, chissà?, per quale grazia o imperscrutabile sventura, già scampati, mai avuti. Non per riproporli, certo, così come sono o come sono stati, bensì per fare esattamente il contrario: farli agire, respirare, dibattersi, accanto o dentro un nostro spirito cambiato, nuovo; accanto o dentro un nostro differente modo di capirli o percepirli, e, con essi, con questi “altri” sentimenti, investirli, nutrirli, vivificarli. In una parola: ri-amarli. E, attraverso noi, sperare che anche il pubblico sia colto dallo stesso, medesimo, irresistibile “coup de foudre”. Enzo Moscato

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