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Nautico: Ice swimming, la novità dal mare nelle sfide estreme

Salone Nautico

Al Salone Nautico tante innovazioni di imbarcazioni ma anche le presentazioni di nuovi sport che stanno prendendo piede con la presenza di atleti come Paolo Chiarino che spiega la sua grande passione per questo straordinario sport acquatico. Una sfida con il mare. Col controllo mentale si può fare tutto.

Si chiama Paolo Chiarino, 51 anni, nato a Genova e vissuto a Recco. E’ l’esponente number one dell’ ice swimming: fare il bagno nelle acque più gelide del mondo. Ieri sera al Salone Nautico Paolo Chiarino ha narrato circa le sue gesta e la sua ultima missione che lo vedrà il prossimo novembre nelle acque dell’Antartico.

Paolo si è raccontato così: “Gli amici mi chiedono sempre se ci faccio o ci sono. Ossia, se lo faccio perché sono pazzo o perché ci guadagno qualcosa a fare questo sport estremo. Insomma, alla fine non è ne l’una né l’altra ma vera e propria passione. Anche perché per girare il mondo investo i miei risparmi dati da una piccola azienda di abbigliamento di sci. E io voglio andare oltre… La gara di nuoto di 1.000 metri svoltasi lo scorso agosto al Circolo Polare Artico si è svolta nel Mare di Brents – Mar Artico -, e precisamente a Teriberka. Lì ho vinto la gara anche perché sono stato l’unico a volerla fare senza muta con una temperatura dell’acqua che era di 6 gradi. Difatti, la grande sfida personale e di atleta è stata quella di addattarti a una temperatura così ostica. In allenamento sono 26 gradi e i 6 gradi del Mare di Barents decisamente si sono sentiti!”.
Come ci si prepara per il nuoto in acque fredde, estremamente fredde o addirittura in acque ghiacciate? La risposta viene da Ryan Stramrooduno degli esponenti più illustri dell’ice swimming con all’attivo ben 39 traversate di Robben island, incluse due doppie traversate. È uno dei pochi coraggiosi che ha nuotato da Dassen Island fino a Uysterfontein sulla costa ovest del Sudafrica, ha traversato due volte la strada del Gibraltar dalla Spagna al Marocco, la gara ghiacciata di Pennock Island in Alaska, da Perth a Rottnest Island in Australia e assolto due miglia in acqua dolce a 4C. Nel febbraio 2011 ha concluso tre delle gare più al limite a livello mondiale in Patagonia, Sudamerica, inclusa una prima edizione attorno al capo Hoorn -, che sottolinea la grande preparazione che DEVE esserci dicendo:

“È indispensabile svolgere almeno il 20% del tuo allenamento in acqua fredda – se la tua gara si svolge in 15C, allora cerca di nuotare il più possibile in un acqua simile. Lo shock sarebbe troppo grande, se ti allenassi sempre in piscina calda e poi ti butteresti in acque fredde in gara. Il tuo corpo, i tuoi muscoli e la tua mente al freddo funzionano diversamente e devi essere preparato a quello che ti aspetterà il giorno della gara. Devi elaborare le tue tecniche di compensazione personali, devi stare bene con i cambiamenti del tuo corpo e conoscere il tuo limite! Qui a Città del capo, Sudafrica, abbiamo tanta acqua fredda e io cerco di nuotare due volte la settimana (ma almeno una volta) nell‘oceano. Sarai sorpreso dal tuo corpo che dopo un pò si abituerà al freddo. Sono comunque dell’opinione che il prossimo punto è quello più importante – adattamento mentale! Costruisci un MURO MENTALE che non lascia transitare il freddo. Devi trovare un tuo metodo psicologico. Non dimenticare che il tuo corpo non vuole stare al freddo, è programmato ad interrompere la nuotata e non ti sentirai mai a tuo agio. Ma una mente equilibrata ti può aiutare di controllare tutto questo, mentre ti alleni”.